LA STAGIONE DI PROSA CONTINUA CON UNA PRIMA NAZIONALE

Sebastiano Lo Monaco

Terzo appuntamento con la grande prosa per la stagione teatrale 2009-2010 che domenica 7 febbraio alle 18 vedrà arrivare a Rieti in prima nazionale lo spettacolo di Luigi Pirandello “Non si sa come”, con la regia di Sebastiano Lo Monaco (in allegato una sua foto).  Il teatro Flavio Vespasiano torna così a ospitare il grande talento di Lo Monaco, che all’adeguamento all’oggi di Pirandello ha dedicato già tante sue opere di successo.

Lo spettacolo, inserito all’interno della rassegna organizzata dall’assessorato ai Beni Culturali, non è una parodia di Pirandello (anche se i comici di Rivista, le canzonette popolari e gli sketch sono quanto di meno gli è familiare); al contrario è un omaggio estremo allo scrittore siciliano, perché infila una sua trama (quella di Non si sa come, appunto) in un contesto sociale che gli è lontano, quello della comicità popolare. Con l’obiettivo di dimostrare che le tematiche pirandelliane resistono anche oltre i propri confini drammaturgici, storici e sociali.

Costo biglietti: intero 20 euro, ridotto 18. Prevendita presso il botteghino del teatro nel giorno dello spettacolo dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18. Telefono: 0746.271335

La storia
Su una nave da crociera degli anni Trenta c’è una compagnia di comici di Rivista che ogni pomeriggio prova numeri nuovi da proporre la sera ai croceristi.
Due coppie e un tecnico-amministratore formano il gruppo guidato da un uomo che gli altri chiamano il Conte: forse ha un passato aristocratico (i suoi modi lo farebbero supporre) ma se lo ha, è certamente un passato decaduto (la sua tendenza a filosofeggiare lo dimostra).
Noi incontriamo i comici mentre provano i loro numeri, ma presto veniamo a scoprire di più della loro vita. In realtà, le due coppie sono legate anche da un incastro di segreti: in passato i ruoli si sono incrociati e ognuno dei due uomini ha consumato una passione con la moglie dell’altro.
Forse si amano ancora così, intersecando la loro realtà con le loro aspirazioni e i loro destini.
Forse no. Di certo il Conte si diverte a chiosare realtà, aspirazioni e destini. Il tutto tra una prova e l’altra, tra una canzone e l’altra, tra un pezzo musicale e l’altro, nel vitale ripetersi della loro vanità comica.
Fino al colpo di scena finale, quando i tradimenti intrecciati saranno rivelati e la realtà apparirà troppo pesante per essere trasformata in fantasia filosofica, com’è abitudine del Conte.