La sinistra reatina: in piazza per dire NO all’oscurantismo delle Sentinelle

E’ di questi giorni la notizia di un’iniziativa delle “Sentinelle in Piedi” che sabato 13 dicembre presidieranno Piazza Vittori a Rieti con le loro veglie silenziose.
Questa rete di cittadini, che nella propria presentazione sottolinea di non essere un movimento, ma una resistenza di persone, si riunisce in piazza a difesa della famiglia naturale e per la libertà d’espressione, stando in piedi e leggendo libri in silenzio.
Sono la trasposizione nostrana del movimento dei Veilleurs debout, nato in Francia nell’estate 2013 a seguito delle manifestazioni contro la legge Taubira sulle nozze gay. A seguito di queste massicce manifestazioni infatti diversi oppositori del “marriage pour tous” vennero arrestati. Da lì la scelta di utilizzare le veglie silenziose come metodo di protesta, che non potessero essere interrotte in quanto pacifiche e non violente.
Tale modalità viene riprodotta analogamente nelle piazze italiane, ma cosa si nasconde dietro a questi silenzi carichi di pregiudizi e bigottismo?
Le Sentinelle dichiarano di vegliare contro il Ddl Scalfarotto, proposta di legge contro l’omofobia e la transfobia, che intende estendere anche alle discriminazioni fondate su orientamento sessuale ed identità di genere la legge Mancino-Reale, che ha reso esecutiva in Italia la convenzione internazionale sull’eliminazione della discriminazione razziale. I seguaci delle Sentinelle in Piedi dichiarano infatti che questa proposta di legge è “fortemente liberticida”, in quanto limita il diritto di opinione nei confronti degli omosessuali, del loro diritto di unione e di adozione.
Utilizzando l’escamotage del dissenso silenzioso e “pacifico”, questa rete sta velocemente prendendo piede e si sono moltiplicate, negli ultimi mesi, le veglie nelle piazze italiane, giungendo fino a Rieti.
Possiamo davvero parlare solo di diritto di espressione e libertà di opinione quando questa intende precludere diritti ad altri? Questi liberi cittadini si sentono in dovere di proteggere la società, di dover vigilare l’operato dei legislatori solo nei confronti di una discriminazione di una parte della popolazione, quella omosessuale e transgender. Può essere definita semplice opinione quella che considera una legge contro l’omofobia come distruttrice dell’uomo e della società?
Siamo proprio sicuri che si tratti di un’organizzazione apolitica e non religiosa?
La matrice cattolica traspare (neanche troppo velatamente) in tutte le affermazioni del movimento, come il continuo sottolineare l’immoralità e degenerazione della civiltà data da unioni che non rientrano nei canoni della “famiglia naturale”, composta esclusivamente da coppie uomo-donna, unici detentori del diritto ad essere famiglia.
Le fonti giornalistiche citate sullo stesso sito web delle Sentinelle si rifanno alla stampa cattolica come il quotidiano Avvenire o il settimanale Tempi, inserto domenicale dell’Osservatore Romano e promotore delle idee di Comunione e Liberazione.
La preponderanza di uno stampo fortemente cattolico, non esplicitato da simboli, ma costante substrato delle affermazioni delle Sentinelle, ha fatto sì che sia passata quasi inosservata la presenza tra le fila dei veglianti di esponenti di Casapound e Forza Nuova, che in più occasioni sono stati rimproverati per aver utilizzato metodi chiassosi ed invasivi, rimandando in maniera troppo chiara questi presidi ad ideologie di destra.
Perché questo movimento vuole proprio agire celandosi dietro una finta neutralità, ma portando avanti preconcetti chiaramente destroidi e conservatori. Ma sono le iniziative collaterali e preparatorie alle veglie che smascherano definitivamente il sentimento fortemente omofobo delle Sentinelle in Piedi.
Coincidenze? A Rieti l’iniziativa delle sentinelle in piedi coincide con l’inaugurazione della sede di Casapound, sabato 13 in pieno centro cittadino a Rieti.
La gravità delle affermazioni portate avanti da questi gruppi di persone, movimento trasversale alla penisola, non si limita solamente al concetto della famiglia naturale, ma proclamando la libertà di educazione dei figli, si fa anche promotrice di vere e proprie campagne d’odio nei confronti dell’ “ideologia gender” o “propaganda omosessualista” nelle scuole, scagliandosi ad esempio contro gli opuscoli dell’UNAR sull’educazione alla diversità o su dibattiti ed incontri di approfondimento per combattere il fenomeno del bullismo, che sempre più spesso colpisce gli adolescenti omosessuali, che nel contesto scolastico si ritrovano ad essere bersaglio di offese e percosse.
Ci risulta ormai difficile capire perché l’ipotesi di apertura verso un modello educativo inclusivo presente fin dall’infanzia, con l’integrazione di tematiche LGBT nei programmi scolastici e la presa in considerazione di una comunicazione non stereotipata e rispettosa delle identità di genere (qualsiasi essa sia) e degli orientamenti sessuali, sia ancora per qualcuno sinonimo di immoralità. Ampliare la nostra coscienza e consapevolezza su determinati temi, così intimi e focali, non può che farci riflettere; avere dinnanzi una pluralità di modi di essere, tutti dissimili, variabili ma altrettanto degni di rispetto non può che combattere la paura verso “il diverso”.
Contrastare l’omofobia e la transfobia significa combattere contro l’odio di chi non accetta la libertà altrui, contro coloro che si rifanno ad una differenza tra sessi preimpostata, esclusiva e violenta nei confronti di chi non si identifica nelle due solite caselle del femminile e del maschile. Natura e Contro Natura, giusto e sbagliato, qui l’antropologia insegna, tutto è relativo.
Per questo vogliamo strenuamente difendere la libertà di essere, di vedere riconosciuti i diritti delle persone al di là del genere e dell’orientamento sessuale, contrastando ai silenzi carichi d’odio e repressione, la rumorosa e colorata molteplicità di ciò che siamo.
Perché ad ogni veglia silenziosa si contrapponga una quotidiana battaglia per il diritto ad essere, vivere ed amare.
“Il silenzio oggi non è nient’altro che un’arma in mano a fascisti di vecchia conoscenza e omofobi di nuova generazione, uniti in una pericolosa alleanza, che sulle nostre vite e i nostri diritti vorrebbe poter imporre veti. Non è un caso che in città come Milano, Bergamo, Brescia, Firenze, solo per citarne alcune, questo movimento ha svolto le iniziative assieme a Forza Nuova e CasaPound”.
“La presenza a Rieti di una sede di Casapound ci fa pensare che sicuramente non si sottrarranno a questa possibilità di essere sdoganati e legittimati come forza politica dalla faccia pulita”.
Per questo l’appuntamento per tutti gli antifascisti e i sinceri democratici è per sabato alle ore 16.30 in Piazza a Rieti, per dire NO all’oscurantismo bigotto delle Sentinelle e per dire NO ai fascisti a Rieti.
Nota di:
Anpi Provinciale di Rieti
Stefano Micheli (Segretario Prov.le PdCI Rieti)
Lucia Allegra (Segretario Prov.le PRC Rieti)
Maurizio Camerini (Segretario Prov.le SEL Rieti)
Giovanni Ludovisi Movimento Mettici del Tuo Rieti
Gennaro Cicala (Segretario Prov.le Partito Comunista Rieti)
Arci Comitato Provinciale di Rieti