“Dopo i deludenti contenuti della legge di bilancio, ed il conseguente tentativo di conciliazione, inevitabile la proclamazione dello sciopero, dichiarato dallo SNALS-Confsal e da Flc Cgil, Uil Scuola Rua e Gilda Unams.
Il prossimo 10 dicembre il personale scolastico si asterrà dal lavoro per protestare contro il tradimento del Patto per la Scuola, sancito lo scorso 20 maggio dal Ministro Bianchi e dalle confederazioni sindacali rappresentative e al quale erano affidate le speranze di riforma di un settore cruciale per lo sviluppo del Paese. “Nel tentativo di conciliazione esperito ieri – non abbiamo rilevato alcuna reale disponibilità a modifiche concrete del testo della legge di bilancio. L’offerta di tavoli di discussione è arrivata fuori tempo massimo e siamo stanchi. Ci aspettavamo proposte tangibili e invece da anni, firmiamo accordi e patti che non vengono mai onorati: ci sentiamo traditi”.
Protestiamo per l’esiguità delle risorse disponibili per il rinnovo contrattuale, che si tradurrà in aumenti vergognosamente molto inferiori a 100 euro medi pro capite che non colmano il divario stipendiale con il restante personale della Pubblica Amministrazione di pari livello d’istruzione (350 euro per i laureati) né, tantomeno, con quello con il personale scolastico europeo. Ma anche le risorse previste in legge di bilancio per il trattamento accessorio, per la riforma dell’ordinamento professionale e per la formazione sono inadeguate rispetto alle dichiarazioni di principio del Governo sull’importanza dell’istruzione pubblica. Inoltre, manca ancora l’Atto d’indirizzo per dare avvio alle trattative per il rinnovo della tornata contrattuale, già in scadenza, 2019- 2021. “Non solo non abbiamo risorse sufficienti , ma quelle che sono attribuite sul fondo di valorizzazione dei docenti (210 milioni, pari a circa 12 euro mensili lordi a testa) hanno il sapore della beffa con quel rifermento alla dedizione all’insegnamento che i docenti dovrebbero dimostrare per ottenerle.
Nessuna legge di bilancio può indicare i criteri di assegnazione dei fondi che istituisce”. “Ma le nostre rivendicazioni riguardano anche l’indisponibilità a risolvere subito problemi strutturali della scuola e situazioni penalizzanti per il personale. Non affrontare e risolvere il problema del sovraffollamento delle classi, degli organici insufficienti, di nuove e più adeguate procedure concorsuali e abilitanti, dell’edilizia scolastica e del suo adeguamento alle norme di sicurezza, significa sconfessare il Patto per la Scuola e fare una politica di contenimento della spesa sulla pelle della scuola”.
Lo Snals-Confsal lamenta anche che la proroga della deroga al dimensionamento delle scuole che contano almeno 500 alunni sia limitata a un solo anno scolastico. In tal modo la previsione è priva di reale efficacia sia per le comunità scolastiche coinvolte, sia per la stabilità dei posti di DS e di DSGA. Il sindacato chiede, inoltre, “senza Se e senza Ma” le sacrosante misure sulla mobilità: la cancellazione di ogni vincolo sulla mobilità del personale, restituendo alla contrattazione la disciplina di assegnazione e di mutamento della sede di servizio. Lo Snals-Confsal denuncia, altresì, la grave mancata attenzione alle problematiche del personale ATA.
“Sia chiaro che siamo determinati a rivendicare le nostre richieste tenendo alta in questi giorni l’attenzione del Governo, del Parlamento e dell’opinione pubblica sull’istruzione” . Se la scuola è davvero un bene comune, come si continua a ripetere, ci chiami il Presidente Draghi per un confronto, noi siamo disposti ad affrontare ogni questione con attenzione e il Parlamento modifichi realmente la legge di bilancio nella giusta direzione”.
SNALS – Confsal