“Il Coronavirus ha messo alla prova sistemi e paesi, misure e decisioni, non solo di oggi. Prima ci si rende conto di ciò, prima si supera la crisi. La decisione di De Luca ha scaricato sulla scuola le conseguenze di scelte e non-scelte che andavano fatte.
Su questo Pino Turi (Uil Scuola) è convinto che una interlocuzione con i corpi intermedi, quelli che fanno funzionare lo Stato, sarebbe potuta tornare utile. Purtroppo le decisioni della ministra Azzolina, prese senza il confronto ed il dialogo con le forze sociali, seguono lo stesso modo di agire. Ci troviamo in presenza di due figure che decidono ed agiscono da sole. Ora si assisterà al derby tra De Luca e Azzolina, poi ci sarà il confronto politico, gli schieramenti, i dibattiti che faranno venire meno il problema e si entrerà nella solita dimensione virtuale.
La realtà diventerà altro e si allontanerà dalle scelte che andrebbero fatte, scelte che servono a tutti. Fortunatamente c’è una buona notizia: la qualità della nostra scuola, il suo essere centrale, indispensabile quasi, che ora è pienamente avvertito da tutti. La scuola, da cui trarre ricavi con tagli alle strutture ed al personale, che supera i terremoti, le diatribe politiche, torna a chi la vive: agli insegnanti, agli studenti, alle famiglie. La politica resta a guardare e si tormenta senza decidere: le aule, troppo piccole, troppo poche, troppo poco sicure. Gli insegnanti, bravi, proprio bravi, resilienti al punto giusto, pagati poco, però responsabilizzati al massimo.
Anche i precari hanno dimostrato di essere bravi dopo tanti anni di lavoro. Gli studenti devono stare a scuola: un po’ in presenza, un po’ in DaD, flessibili e “multitasking”, al punto che quasi non protestano più, perché sanno la situazione che sta vivendo il Paese. Ed il personale Ata è stato chiamato a sentinella di decisioni mai concordate, ad incarichi necessari ma temporanei facendo fronte ad ogni emergenza, utile ma non indispensabile per il Ministero dell’Istruzione. Ed i dirigenti scolastici si trovano nella morsa di responsabilità temibili. Ora servono altre scelte, bisogna capovolgere la piramide delle priorità, mettere al vertice la scuola, la sanità, la sicurezza,il personale che vi lavora, le persone.
A fare adattamenti continui e repentini è sempre la scuola: dalla mancanza dei trasporti ad esigenze varie. Perché, partendo proprio dall’orario di apertura delle scuole, non si disegna una nuova organizzazione della più grande comunità territoriale in un sistema integrato, un modello sociale, disegnato sulle esigenze della comunità scolastica e rispettoso di quella umana, urbana, lavorativa che potrebbe mettere insieme le persone ed offrire sicurezza e tranquillità, senza chiudere le scuole?
La politica sta mostrando soprattutto il suo volto di scontro, di contrapposizione. Con la contrapposizione non si può governare in periodi di pace, figuriamoci in quelli di pandemia. Una società attraversata da queste difficoltà ne esce insieme o non ne esce affatto.” UILScuola