Secondo appuntamento quindicinale del nuovo anno su Rietinvetrina con la RUBRICA DI ANGELITA, a firma del Centro Antiviolenza Angelita di Rieti.
“Con il termine sharenting viene descritto il fenomeno di una condivisione online costante da parte dei genitori di contenuti che riguardano i propri figli/e (foto, video, ecografie, storie di eventi). Nella maggior parte dei casi questa esposizione avviene senza il loro consenso, perché troppo piccoli oppure perché il consenso non viene loro richiesto. E’ necessario pertanto fare attenzione ed usare particolari attenzioni quando si parla di bambine e bambine. Postare le foto dei propri figli sui social è diventato per molti un gesto “naturale”, perché la nostra vita è sempre più on line. La condivisione con familiari e amici dei momenti più importanti, compresi quelli che riguardano i propri figli/e, avviene sempre più spesso anche attraverso le tecnologie digitali.
L’eccessiva divulgazione di informazioni non coinvolge solo i genitori, ma anche parenti e amici, amplificando l’impatto della diffusione e la perdita (anche nel tempo) di controllo sui contenuti, caratteristici dei social media: si tratta di tracce digitali, su cui i bambini non hanno controllo, ma che vanno a sedimentarsi in rete diventando parte dell’identità digitale dei ragazzi.
I rischi di questa esposizione ripetuta sono diversi e complessi:
- violazione della privacy e della riservatezza dei dati personali (e spesso sensibili); La privacy è un diritto non solo degli adulti, ma anche per i bambini e le bambine, come sancito anche dalla Convenzione dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza e più recentemente dal Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR).
- mancata tutela dell’immagine del bambino/a, si pensi alla perdita di controllo su informazioni e contenuti.
- rischio di diffondere contenuti utili ad alimentare materiali pedopornografici: foto o video innocenti ma intime possono essere condivisi da chiunque; sono possibili gli screenshot degli schermi; possono essere scaricati e collocati in altri ambienti online da chiunque e per altri scopi. Non si ha certezza del tipo di uso che verrà fatto da altri dei materiali condivisi. Inoltre con l’ausilio di semplici programmi di photo editing accessibili a chiunque si possono “manipolare” le immagini, trasformandole appunto in materiale pedopornografico.
- rischio di adescamento: i dati sensibili dei figli/e, come le passioni, lo sport amato, la scuola frequentata, le abitudini – costantemente narrati online – offrono materiale utile nei processi di avvicinamento e adescamento online.
Qualche consiglio utile per prevenire i rischi dello sharenting:
- Conoscere le politiche sulla privacy degli ambienti digitali e verificare (e aggiornare spesso) le impostazioni di privacy dei propri profili social e scegliere con chi condividere le immagini;
- Tutelare il più possibile l’immagine online dei propri figli/e, cercando ad esempio di condividere online foto che non ritraggano direttamente il volto o che lo oscurino ed evitare di pubblicare online le immagini intime, come ad esempio quelle del bagnetto, che possono essere destinate invece ad un uso privato.
- Parlarne costantemente con genitori, amici e parenti: concordare insieme che uso si può fare delle immagini che ritraggono bambini e bambine, sia quando vengono condivise, sia quando vengono realizzate in momenti di convivialità.
Il Centro Antiviolenza Angelita si occupa da più di 10 anni di contrasto alla violenza sulle donne, pedofilia, bullismo. Tantissimi professionisti sono a disposizione di chiunque si trovi in difficoltà per violenza familiare oppure abbia bisogno di un consiglio per rimettere in equilibrio rapporti di coppia o problemi adolescenziali.
Si riceve per appuntamento contattando il numero 377 6979546 oppure all’indirizzo mail centroangelita.rietimail.com”
Silena D’Angeli, presidentessa Centro Antiviolenza Angelita Rieti
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