Nuovo appuntamento su Rietinvetrina con LA RUBRICA DI ANGELITA, a cura del Centro Antiviolenza Angelita di Rieti.
“I giovani sono il futuro”, é una frase che sento spesso dire dalle persone adulte. Dimenticano però che c’è una larga fetta di giovani che ahimè, secondo gli ultimi dati deve fare i conti con la tossicodipendenza, con l’anoressia, con la violenza in famiglia.
Questa parte che futuro rappresenta? I giovani mandano segnali attraverso i loro disagi, attraverso le loro devianze, segnali che però non vengono spesso compresi. Come rimetterli sulla retta via per consentire loro di iniziare una nuova vita?
Ai giovani non è stato insegnato a comunicare, a rispettare gli altri , a persistere, a combattere e lo si osserva dalle continue problematiche, non viene insegnato cosa sia l’amore, cosa sia un sogno, cosa sia l’amicizia, cosa sia la semplicità… cosa sia battersi per un diritto.
Siamo figli della generazione ‘ribelle’ :il ’68! Anno delle rivoluzioni, anno delle battaglie contro i “padri-padroni”, battaglie che molto spesso venivano associate alla droga (é infatti in questo periodo che nasce la tossicodipendenza) ‘mi drogo, così mi ribello a mio padre’ ,forse una delle frasi più classiche pronunciate dai sessantottini che però dovranno fare i conti con overdosi , con morti, con ragazzi che inciampano contro i muri delle strade, perché sotto effetti di sostanza, con ragazzi pieni di buchi.
Ad oggi i giovani si guardano alla specchio e vedono un riflesso frammentario, fatto di crepe, in cui solo la droga riesce a unire i vari frammenti e rimandare un’ immagine unitaria, i ragazzi hanno bisogno di amore, amore che viene dato loro dalla droga, vediamo come queste sostanze tra i vari effetti producono calore, quasi a voler ‘mimare’ un calore di un abbraccio materno che non c’è mai stato o che è venuto a mancare troppo presto.
I ragazzi hanno bisogno di regole, di leggi che i padri non sono capaci di dare, padri ‘eterni peter-pan’. Potremmo allora così, come ci insegna Recalcati, paragonare i giovani d’oggi a Telemaco, figlio di Ulisse, che aspetta il ritorno del padre (e quindi della legge).
Vediamo Telemaco che guarda l’orizzonte nella speranza di vedere suo padre ritornare dal mare, ma ciò che ritorna da esso non é mai integro… Allora sì, io credo che i giovani siano come il nostro Telemaco.
Ad oggi, la nuova generazione deve combattere con mostri interiori che logorano lo spirito; quello che spero é che si combatta, combatta per una vita vera , che una dose di eroina non può dare, io credo in noi, io credo nei giovani.
Il mio appello pertanto é rivolto a tutti i ragazzi che hanno bisogno d’aiuto… Ricordate in fondo al tunnel c’è sempre la luce, il problema sta nel voler vederla…
Il CAV Angelita di cui faccio parte è a disposizione per aiutare chiunque si trovi in difficoltà e cerchi un rifugio ai propri problemi.
Parlare per capire è già una via d’ uscita ai problemi che attanagliano ognuno di noi. Ricordo che il Centro è attivo h 24 al numero 377 6979546 e riceve su appuntamento.
Arianna Quassoni