LA MEMORIA DI STRAMPELLI CONTINUA A GIRARE IL MONDO, MA L’ISTITUTO DI RIETI CHIUDE

Nazareno Strampelli

Nuova tappa per la mostra “150 anni di genio italiano” nella quale come è noto è presente una sezione dedicata a Nazareno Strampelli curata dall’Archivio di Stato di Rieti. Dopo  New York e Los Angeles, la mostra, voluta dalla Fondazione Rosselli e dall’Accademia dei Lincei,  sarà inaugurata il prossimo 10 settembre a Rio de Janeiro  presso il Museo Historico  National.

Essere riusciti ad inserire Strampelli tra i padri della scienza Italiana come Enrico Fermi,  Guglielmo Marconi, Camillo Olivetti, Emilio Segrè, Antonio Meucci ed altri ancora, è un risultato che ci riempie di gioia  – ha dichiarato il direttore dell’Archivio di Stato di Rieti Roberto Lorenzetti – che da decenni lavora per recuperare la memoria del grande scienziato reatino.

Tale  gioia – prosegue Lorenzetti –  è però pesantemente offuscata dal fatto che il cuore di questa straordinaria pagina di storia della scienza mondiale, cioè dire l’ex sede dell’Istituto Sperimentale di Cerealicoltura  appositamente edificata sulla collina di Campomoro, è ormai destinata alla definitiva chiusura.

Dopo l’incosciente soppressione nel 1967  dell’Istituto creato da Strampelli, vero e proprio cuore pulsante e centro direzionale di tutta una serie di centri di ricerca italiani che invece restarono attivi, la struttura venne concessa in gestione all’allora Istituto per lo studio e al difesa del suolo che ha avuto il merito di conservate le preziose testimonianze scientifiche di Strampelli.  Questo istituto confluito poi nel C.R.A., segue  oggi il destino riservato agli Istituti di ricerca italiani i quali per sopravvivere sono costretti all’accorpamento.

Esanime, con un personale ridotto all’osso, l’Istituto reatino, venute meno alcune ipotesi avanzate qualche anno fa,  non ha possibilità di scampo. Il suo attuale destino è quello della definitiva chiusura. Si potrebbe salvare sulla base di un progetto in grado di rivitalizzare questo luogo partendo proprio dal suo valore storico.  Il direttore  dell’Archivio di Stato conferma la disponibilità dell’Istituto da lui diretto ad intraprendere qualsiasi percorso indirizzato a questo scopo.

Da solo certamente non basta, e  c’è necessità di formare un tavolo sul quale porre le  reali disponibilità ad elaborare un progetto per  salvare questo patrimonio che appartiene all’identità  di tutta la città.  Sul sito dell’Archivio di Stato www.asrieti.it, è  possibile rileggere la storia  di questa vicenda con i testi e le immagini  tratti dal volume di Roberto Lorenzetti, La Scienza del Grano, edito nel 2000 dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.