Sarebbe giusto vivere la Giornata del Sollievo, che ricorre domenica 29 maggio, stando vicini con amore e con rispetto a chi è malato e soffre per il dolore fisico. Non dimentichiamo che chi incontra una malattia seria vive anche il dramma di sentirsi abbandonato, e per questo non può essere lasciato solo.
Accanto alle cure mediche e all’aiuto materiale, che sono indispensabili, dobbiamo dare più importanza agli aspetti umani e alla dignità della persona malata. Per stare vicini a chi soffre nel modo giusto c’è un solo metodo, infallibile, quello di mettersi al suo posto per un giorno. E’ quello che dovremmo fare tutti: cittadini comuni, medici, infermieri e amministratori pubblici, che hanno la responsabilità di ridurre i costi senza penalizzare le persone che soffrono. Per fortuna umanità, calore, vicinanza, sostegno, tenerezza, amore, cura, ascolto e dignità del malato.umanità, calore, vicinanza, sostegno, tenerezza, amore, cura, ascolto e dignità del malato.sono molti gli enti e le associazioni di volontari che hanno dimostrato di credere nelle parole d’ordine che la Giornata del Sollievo, istituita dalla Fondazione Ghirotti nel 2001, promuove nel mondo della sanità: umanità, calore, vicinanza, sostegno, tenerezza, amore, cura, ascolto, empatia e dignità. Un grande passo avanti dovremmo fare anche noi che abbiamo la fortuna di vivere senza la quotidianità del dolore fisico.
Non dovremmo voltarci dall’altra parte, ma aiutare concretamente chi soffre con gesti di amore e di solidarietà, con la richiesta a gran voce di strutture sanitarie più umane, di rispetto della dignità della persona malata e di sviluppo della ricerca medica finalizzata alla riduzione del dolore. Ricordiamo alla politica e agli amministratori che il tema della sanità non può essere ridotto a un mero problema economico. Che è necessario occuparsi del dolore delle persone malate, senza dimenticare il dramma delle famiglie coinvolte. Facciamo nostra la testimonianza di Gigi Ghirotti, il giornalista malato di cancro che negli ultimi anni della sua vita, con coraggio, racconto il tunnel della malattia e il rapporto della persona malata con le strutture sanitarie. Scomparso nel 1974, Ghirotti ricordava che “quello che importa, sia durante la vita, sia di fronte alla morte, è non sentirsi abbandonati e soli”.
Di Giuseppe Manzo