La cerimonia liturgica con la quale la Chiesa di Sant’Agostino sarà insignita domani 24 ottobre, alle ore 11,30, da parte del vescovo mons. Delio Lucarelli, del titolo di Basilica minore su decreto della Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti della Santa Sede, ha acquistato, oltre che per i valori ecclesiali e spirituali che l’atto stesso di per sé contiene, anche un importante contenuto civico.
Infatti, quest’ultimo aspetto,è significato dall’annunciata presenza all’avvenimento delle maggiori autorità della provincia, con alla testa il prefetto signora Chiara Marolla, il che sta a sottolineare l’importanza storica della decisione del Papa Benedetto XVI ed insieme anche quella civile in quanto l’elevazione a basilica di Sant’Agostino avrà non indifferenti riscontri sotto il profilo culturale, formativo, educativo e turistico e non poche sollecitazioni verso la promozione, in senso evangelizzatrice, della figura e delle opere del santo di Ippona, pastore e dottore della Chiesa.
“Ci apprestiamo, d’intesa con i Padri Agostiniani di Roma – ha detto mons. Salvatore Nardantonio, parroco di Sant’Agostino alla vigilia dell’evento – ad assumere un programma di appuntamenti che valgano a diffondere la conoscenza delle opere evangelizzatrici del nostro santo, incentivandone il culto attraverso giornate a lui dedicate, sempre in vista della gratitudine che rivolgiamo a Dio per il titolo che il Papa ci ha concesso. Faremo in modo di stilare un calendario di giornate di carattere spirituale e quindi per parlare del lascito teologico che Sant’Agostino ci ha tramandato, iniziando dalle Confessioni.
"Vivesse oggi, Sant’Agostino parlerebbe come allora, perché davvero egli impersona una umanità che crede, che ama Cristo ed il nostro amatissimo Dio, così come diceva Paolo VI. Egli fu, come dice Possidio suo primo biografo, uomo e maestro di carità, di umiltà, di preghiera, di fede, assetato di Dio, figlio devoto della Chiesa-Madre, servo dei servi di Dio”.
L’ampiezza del significato della elevazione a Basilica e i contenuti civili di questo segno, bene sono riassunti in due delle più famose frasi di Sant’ Agostino: “Due amori fecero due città: la città terrena l’amore di sé fino al disprezzo di Dio, la città celeste l’amore di Dio fino al disprezzo di sé (De civ. Dei 14, 28).
E questo come indirizzo da perseguire. Infine, sempre nel De civitate Dei XIV, "Dio ha voluto che tutti gli uomini nascessero da un unico uomo perché non solo fosse comune la natura, ma ci fosse anche un rapporto di fraternità tra tutti, in una unità concorde attraverso il vincolo della pace".