Più assistenza territoriale, maggiore centralità della persona, integrazione ospedale – territorio, nuove e più strette collaborazioni tra medici di famiglia, specialisti, infermieri e area sociale, mondo dell’Associazionismo, parti sociali e Istituzioni e decine di progetti che riguardano la prevenzione e le cure, con percorsi mirati per le persone affette da poli-patologie, che in provincia di Rieti raggiungono il 7,3%; la percentuale più alta del Lazio.
L’obiettivo è che i cittadini trovino sul territorio e non soltanto in ospedale, le risposte ai loro bisogni di salute, con un impegno: costruire un’Azienda equa, accessibile a tutti, pronta a dare risposte appropriate in particolare a persone anziane disabili e non autosufficienti, per garantire la qualità e la sicurezza delle cure. Questo in estrema sintesi il messaggio lanciato dal Direttore Generale della Asl di Rieti Marinella D’Innocenzo durante l’evento ‘L’Azienda in Cifre’, giornata di studio per conoscere le attività di tutela della salute della Asl di Rieti, a cui hanno partecipato l’Assessore alla Sanità e l’integrazione sociosanitaria della Regione Lazio Alessio D’Amato e l’Assessore al Lavoro e nuovi diritti, Formazione, Scuola e diritto allo Studio universitario, Politiche per la ricostruzione Claudio Di Berardino.
“Lo sforzo della Regione Lazio in questi anni – dichiara l’assessore Alessio D’Amato – è stato quello di far tornare la sanità pubblica del Lazio accessibile e funzionale alle esigenze dei cittadini, migliorando anche il lavoro dei professionisti del settore. In particolare, la provincia di Rieti riveste un ruolo molto importante e a tutto il territorio stiamo dedicando molta attenzione. A riprova dell’impegno che la Giunta Zingaretti sta riservando al reatino, oltre alla ricostruzione dell’ospedale di Amatrice, è in corso la rimodulazione dei fondi per nuovi investimenti in edilizia sanitaria con la previsione di un finanziamento di 189 milioni di euro da destinare al nuovo ospedale di Rieti. Si tratta – conclude D’Amato – dell’intervento di edilizia sanitaria più sostanzioso fatto nella regione, in una provincia che in questi anni ha dovuto affrontare momenti molto difficili e che è sempre stata al centro di politiche di ricostruzione e rinascita”.
Il Direttore Generale D’Innocenzo, ripercorrendo i suoi primi due anni alla guida dell’Azienda Sanitaria di Rieti, non si risparmia, anche su ciò che ancora non va e che deve essere migliorato. “Dobbiamo fare di più e meglio quello che già sappiamo fare – evidenzia – riducendo la mobilità passiva, lavorando per garantire maggiore centralità della persona attraverso l’umanizzazione delle cure, aumentando l’integrazione multidisciplinare e socio-sanitaria”.
“Ma in questi due anni l’Azienda si è trasformata – prosegue D’Innocenzo – uscendo dal blocco assunzionale e dal tunnel del precariato, arrivando ad assumere a tempo determinato e indeterminato 260 professionisti. Stiamo puntando su un modello innovativo di ospedale, più integrato con la rete territoriale, spingendo su una maggiore appropriatezza dei ricoveri: perché fare buona sanità significa usare meglio l’ospedale. E per il territorio le parole d’ordine sono: decentramento e prossimità dei servizi di base, in grado di garantire più accessibilità, fruibilità, maggiore vicinanza ai cittadini, per rispondere alle vulnerabilità e fragilità. La che ci aspetta sfida – conclude D’Innocenzo – è creare il giusto equilibrio tra intensità delle cure ed estensività assistenziale, puntando sulle persone, fuori e dentro l’Azienda”.
Direzione Aziendale Asl Rieti