È il libro più tradotto della storia. Oltre 253 lingue del mondo hanno dato vita a pianeti strampalati, ad elefanti dentro boa, a rose protette da campane di vetro. È “Il Piccolo principe”, l’opera – capolavoro di Antoine de Saint-Exupéry, ora anche nella trasposizione in dialetto reatino, grazie al lavoro e alla passione del giovane autore Stefano Mariantoni, il quale ha dato vita a “Lu principe piccirìllu”, edito da Funambolo Edizioni, con la prefazione di Luigi Ricci.
E così, il piccolo principe si ritrova d’improvviso a parlare il linguaggio dei nostri nonni, il linguaggio delle radici e delle origini, alla riscoperta di quel suono, di quell’armonia lessicale che oggi sentiamo sempre più distante, ancora schiavi della logica secondo la quale dialetto è sinonimo di bassezza, inferiorità. Stefano Mariantoni ha voluto superare questi schemi, catapultando il lettore in una realtà che è ancora viva, fervida. Il piccolo principe, si sa, è per tutti. “Lu principe piccirìllu” ancora di più. Ed ecco che il principino si ritrova ne lu desertu, a caccia de disegnitti, tra órbi, sérpi e asteroiddi, in un viaggio che non ha mai fine.
A fare da cornice al libro, le illustrazioni dell’artista Lucia Ricciardi: quattro illustrazioni che rappresentano un omaggio al nostro territorio, alle bellezze della nostra terra, alla riscoperta dell’incanto che ci circonda, e a cui troppo spesso non facciamo caso.
“Lu principe piccirìllu” uscirà a fine aprile e sarà disponibile nelle maggiori librerie del territorio.
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