Intervenuto ai microfoni di Radiomondo nel programma SABATO ITALIANO, Roberto Scagnoli, ha esternato la propria delusione nel partecipare ieri sera allo stadio Scopigno per assistere alla partita di rugby Italia – Irlanda Under 20.
“A malincuore parlo di questa cosa – commenta Scagnoli – ma ne voglio parlare per renderla pubblica onde evitare che ciò si ripeta in altri eventi.
Ero stato invitato, insieme ad altri – continua Scagnoli – come delegato della NPiC Basket in carrozzina, allo Stadio Centro d’Italia.
Dopo averci voluto far fare il giro di campo (tra l’altro con erba molle e bagnata, impossibile da percorrere con le sedie a rotelle) ci hanno chiesto di uscire anche da bordo campo, altrimenti l’arbitro non avrebbe dato il via alla partita.
Saremmo dovuti stare, come da postazione stabilita dagli organizzatori, dietro alla recinzione e dietro a cartelloni pubblicitari. Essendo in carrozzina alti un metro e sessanta, non avremmo visto nulla.
Abbiamo parlato un’ora e un quarto con l’organizzazione e la Federazione Italiana Rugby, ma niente! E’ venuta anche una ragazza del Comitato a dirci: sono venuta io ieri a controllare dove mettervi. E lì mi è venuto da pensare. Come fa un normodotato a capire le esigenze di un disabile? L’errore grande è stato quello di non interpellare chi vive la condizione di disabile, avrebbero potuto contattarci per evere delle idee su come organizzarsi a tal proposito.
Hanno avuto cinque mesi per organizzare bene il match, ma non ci sono riusciti. Manca l’educazione civica! Ogni giorno cerchiamo di far capire a tutti che le basi sono fondamentali per una giusta educazione. Famiglia, scuola e rispetto.
Ci hanno invitati e poi ci hanno fatto mettere fuori dal campo in una posizione dalla quale non saremmo riusciti a vedere nulla. Probabilmente manca l’umiltà di chi organizza. Chi dà vita agli eventi dovrebbe pensare: cosa posso fare per non commettere errori?”
Ieri – conclude Scagnoli – non potevamo stare neanche tra le panchine. Anzi, ringrazio la Croce Rossa Italiana per la disponibilità a farci da scudo tra le due panchine, come accade durante le partite del Rieti Calcio, ma neanche questo era possibile fare.
Così ce ne siamo tornati a casa.”