Un gruppo di docenti dell’IIS Aldo Moro, chiede di esercitare il diritto di replica in merito agli articoli usciti nelle scorse settimane, che informano dell’introduzione della filiera 4+2 per l’indirizzo tecnologico di informatica ed elettronica. Invero l’entusiasmo con cui viene diffusa la notizia, che trova fondamento in considerazioni che appaiono molto generiche, non rispecchia lo stato d’animo di molti dei docenti dell’Aldo Moro i quali, aiutati dal sindacato CGIL, stanno lottando per fare sentire la propria voce. Durante una riunione del Collegio dei Docenti, gli insegnanti hanno presentato le loro perplessità in merito alla proposta sperimentazione del 4+2: è davvero opportuno introdurre un percorso che sostanzialmente dura un anno in meno e prevede una commistione per nulla chiara tra scuola e azienda? Rappresenta un’opportunità il fatto che la scuola pubblica limiti la formazione all’ambito tecnico-pratico, ponendo in secondo piano lo sviluppo del senso critico e della persona umana nella sua interezza? E’ davvero opportuno non rispettare i tempi dello sviluppo cognitivo proponendo precocemente argomenti o esperienze nelle aziende?
Insomma i docenti rilevano che una sperimentazione di portata così ampia sembra partire nonostante le perplessità espresse da molti e la modalità di dubbia regolarità, sotto vari aspetti, che hanno condotto all’esito della sua approvazione. Per questo l’IIS Aldo Moro non ha vinto, come si sta sostenendo, semmai l’Istituto proverà a sperimentare alla cieca, qualcosa di cui docenti, famiglie e studenti sanno poco o nulla.
La FLC CGIL esprime forte preoccupazione e contrarietà rispetto all’introduzione della filiera formativa tecnologico-professionale 4+2, recentemente proposta dal Governo ed approvata dall’IIS Aldo Moro di Passo Corese. Una decisione sbagliata nel merito e nel metodo. Tale misura rischia di ridurre le capacità di scelta degli studenti, facendo prevalere durante il percorso un eccessivo orientamento al lavoro, a discapito del consolidamento delle capacità logico-deduttive degli allievi nelle varie discipline e nei percorsi interdisciplinari, a causa della riduzione dei tempi di apprendimento concessi. Diventa probabile, infatti, il depauperamento di abilità che sono trasversali e spendibili in tutti i contesti della vita.
La scuola non deve diventare un semplice serbatoio di manodopera per le imprese, ma deve continuare a garantire una formazione completa e multidisciplinare. La riforma rischia inoltre di avere un impatto negativo sul personale scolastico. La riduzione del ciclo di studi a quattro anni potrebbe comportare tagli agli organici, aumento della precarietà lavorativa e un impoverimento dell’offerta formativa. In un contesto già segnato da carenze di organico e investimenti insufficienti, questa misura appare come un ulteriore passo indietro nella valorizzazione del personale docente e ATA.
L’esperienza di altri Paesi dimostra che modelli di formazione precoce orientati esclusivamente al mondo del lavoro tendono a creare sistemi chiusi, che non favoriscono la mobilità sociale e le pari opportunità. Inoltre all’IIS Aldo Moro la Dirigente Scolastica ha fatto approvare una delibera dal Collegio Docenti con delle palesi forzature delle procedure previste nelle norme che regolano il funzionamento degli organi collegiali. Abbiamo diffidato a più riprese la Dirigente a prendere atto dell’irregolarità della delibera per evitare l’incresciosa situazione in cui, a tutela dei lavoratori e delle prerogative del collegio docenti, il sindacato debba ricorrere alle vie legali.