Incontro Picchio in questa calda mattinata che fa seguito a Gara Due di finale play off. Ci sediamo nel grazioso bar sul ponte romano, in fondo a via Roma. Ci vuole una bibita rinfrescante. Il nostro campione ordina acqua tonica.
Come stai?
“Fisicamente bene, è un buon periodo”.
Che è successo ieri secondo te?
“E’ successo che non ci siamo proprio presentati (risponde ironico). Non voglio togliere il merito a loro che hanno fatto la partita che dovevano fare per non subirci prepotentemente un’altra volta, ma noi non c’eravamo proprio”.
E’ perché avevate vinto di 30 gara uno? E’ stato per via delle variazioni tattiche di Eurobasket?
“Non credo ci sentissimo appagati per aver vinto con così tanto scarto gara uno. La nostra non è una squadra che commette questi errori. Ieri l’obiettivo era confermare più o meno quello che avevamo fatto in fase difensiva in gara uno e non ci è riuscito. Non hanno influito le variazioni tattiche. Credo che semplicemente abbiamo peccato di superficialità, abbiamo sbagliato l’approccio, cosa che in una finale non ci si può permettere. Abbiamo concesso tante cose che erano alla base del nostro piano tattico che avevamo attuato con successo martedì e che ieri invece, non è che non ci sia riuscito a pezzi e bocconi, ma non lo abbiamo messo in atto per niente”.
Cosa ti aspetti per gara tre?
“Una bellissima reazione, tipo gara quattro di Montegranaro. Siamo in grado di subire positivamente queste sconfitte, ci danno modo di reagire e di tornare con la testa sulle spalle”.
Cosa ti aspetti in generale dalla serie di finale?
“Ritengo onestamente che siamo superiori e mi aspetto una vittoria nella serie, non so se arriverà presto o finiremo a gara cinque, se giochiamo in difesa aggredendoli e facendola la nostra partita, non posso credere che vincano tre gare contro di noi. Sarebbe un fallimento”.
Tu che ne hai giocate tante, come si vince una finale?
“Con la difesa, la concentrazione, la voglia di lottare che ieri è mancata. Bisogna partire da dietro, dalla difesa. L’attacco non ci preoccupa, ieri pur giocando malissimo abbiamo fatto 63 punti, se anche tiriamo così così possiamo fare 70-80 punti. L’importante è difendere duro, per mettere gli avversari alle corde e non concedergli quello che sanno fare meglio: i tiri da tre in transizione”.
Il tuo è un ruolo fondamentale in questa squadra: infondi carattere e sicurezza e quando scendi in campo fai vedere con che grinta si debbano affrontare certi avversari.
“È questo che avremmo dovuto fare ieri, bisognava giocare così, di cattiveria, e perdere a modo nostro, con la coscienza pulita. Ieri è mancato il carattere che è quello che ci fa fare il salto di qualità. A Montegranaro lo abbiamo tirato fuori, vincendo una gara assolutamente non facile, contro un avversario che ritengo migliore di Eurobasket da un punto di vista fisico, tecnico e tattico”.
Data la tua lunga esperienza, ritieni che la nostra squadra abbia le caratteristiche per arrivare fino in fondo?
“E’ una squadra emotivamente molto delicata. Reagiamo sempre sul filo del rasoio e per questo è in grado di fare prestazioni come ieri e in brevissimo tempo rialzarsi e produrre un bel basket. Sono certo che possiamo raggiungere l’obiettivo prefissato”.
State risentendo fisicamente del fatto di giocare ogni due giorni?
“Sicuramente, ma non in maniera decisiva. La nostra fortuna rispetto ad Eurobasket è che dalla panchina entrano in campo giocatori che danno un apporto importante di minutaggio di qualità”.
Sui social qualcuno ha ipotizzato che ieri si sia perso per arrivare a fare l’incasso di gara cinque.
“E’ così (risponde ironico): visto che alcune persone si erano lamentate di gara uno perché era stata troppo facile, abbiamo pensato di rendere la serie un po’ più competitiva e dare un aiuto economico alla società portando la serie a gara cinque”.
A parte scherzi, vi aspetta una settimana durissima: tre partite in cinque giorni e chi passa tra 8 giorni si gioca la promozione a Forlì.
“La settimana sarà di fuoco e l’idea era di cercare di chiudere la serie, ovviamente in positivo, nel più breve tempo possibile, per cercare di recuperare energie prima delle Final Four”.
Pensando invece un po’ più in là, alla prossima stagione, cosa pensi farai?
“Dopo la figuraccia che ho fatto l’anno scorso, con proclami alla stampa e sui social, non voglio precludermi più niente. Non so veramente cosa farò da grande”.
Come valuti l’afflusso di pubblico in finale?
“Un obiettivo lo abbiamo raggiunto, quello di riportare tanta gente al palazzetto. Ci siamo riusciti tardi, ma con tremila persone, ieri mi sembrava di rivivere i periodi della serie A. Questo dimostra che l’entusiasmo era solo sotto la cenere e la gente a Rieti ha voglia di pallacanestro”.
Il fattore campo avrebbe dovuto essere determinante ed invece è saltato.
“Il pubblico è stato eccezionale, ha cercato di darci una spinta nei momenti importanti, ha protestato contro gli arbitri quando prendevano degli svarioni e andavano in black out, invece purtroppo non è cambiato nulla, né nelle nostre teste, né in quelle degli arbitri”.
Come giudichi gli arbitri che stiamo incontrando?
“Con l’aumento in serie A del numero degli arbitri da due a tre, in Serie B sono saliti giovani, inesperti ed acerbi per gestire partite di un certo livello”.
Vuoi fare un invito ai tifosi per seguirci in gara tre a Roma questo sabato alle 20.30?
“E’ un invito che voglio estendere in particolare ai tifosi iuventini, poiché gara tre coinciderà con la finale di Champions League. Capisco il rammarico per ieri, alcuni che sarebbero venuti a Roma rinunciando a vedere la Juventus in caso di 2-0 ora hanno cambiato idea. Non credo ci sia bisogno di un appello, un piccolo esodo si farà lo stesso, nonostante il fatto che anche i bambini dovranno rompere il salvadanaio per vedere una partita di basket (Eurobasket non prevede gratuità per bambini di alcuna età ndr). I tifosi non debbono essere delusi e amareggiati o vedere spettri del passato. Chiedo a tutti solo tanta fiducia perché siamo certamente in grado di far il salto di qualità”.
Chiara Sansoni