Nei mesi passati la stampa locale, nel contesto di una vicenda giudiziaria, si è occupata della disputa di un’area a Porta d’Arce, in prossimità del distributore Agip in Via Salaria, fatti i dovuti approfondimenti, la superficie risulta allo stato delle cose assolutamente inedificabile, tuttavia da un po’ di tempo è stato avviato un cantiere e sono in corso dei lavori.
Speriamo, che si tratti di una nostra svista, e che in realtà non si stia edificando, in quell’area del Piano di Zona “167”, dove ci sono vincoli di destinazione che in nessun caso, può ritenersi essere venuti meno, se non per quanto riguarda agli effetti di un eventuale esproprio diretto da parte del Comune, finalizzato alla realizzazione di strade, parcheggi e verde, ma senza mai acquisire carattere edificatorio. A conferma di tutto questo, ci sembra di ricordare, appreso sempre dalla stampa, che si sia espresso un insigne giurista da voi consultato.
L’allestimento del cantiere con relativa recinzione, tuttavia, inducono a sospettare che i lavori in corso non riguardino la realizzazione di un giardino o parcheggio a servizio delle vicine case popolari. Tra l’altro, le aree vicine, nelle medesime condizioni urbanistiche d’inedificabilità, appartenenti a note imprese di costruzione, non sono interessate da cantieri, e questo ovviamente confermerebbe la nostra convinzione che non lo siano in quanto non possibile.
Pertanto i consiglieri comunali Marroni e Cavalli presentano l’interrogazione per sapere;
1) se nell’area sopra riferita, riconosciuta al Catasto, come foglio 98, particella 73, è stato rilasciato un permesso a costruire e eventualmente per quale tipo di realizzazione;
2) se sono intervenuti, nel frattempo, programmi e attività da parte del Comune che hanno rimosso la situazione originaria, preso atto che se anche trascorsi oltre vent’anni dall’approvazione del Piano “167”, questo non può certamente restituire all’area una destinazione cancellata;
3) se si è tenuto conto dell’edificato circostante, realizzato nel medesimo Piano, privo degli standard previsti individuati proprio nella superficie di cui parliamo, la quale, fra l’altro, è interessata da un vincolo non giudicabile in sede locale.