Si colpisce così soltanto questa tipologia di personale, che fruisce di una progressione economica per anzianità, sia sul piano retributivo immediato sia sul piano previdenziale (pensione e buonuscita).
Una penalizzazione aggiuntiva rispetto a quella che colpisce tutto il pubblico impiego con il blocco dei contratti e delle retribuzioni. Il personale della nostra scuola, che percepisce retribuzioni di gran lunga inferiori alla media europea, aveva trovato un minimo riequilibrio nello sviluppo per anzianità, già coperto con le attuali risorse contrattuali e non bisognoso di nessuna risorsa aggiuntiva per i prossimi anni.
Altri danni arrivano dall’intervento sui trattamenti di fine rapporto con cui il datore di lavoro “Stato” decide di rateizzare il pagamento di somme che dovrebbero essere via via accantonate per il lavoratore e, quindi, immediatamente e integralmente disponibili per l’erogazione al momento del collocamento a riposo.
“Lo SNALS-CONFSAL – afferma il segretario generale -, pur disponibile a valutare interventi correttivi della spesa pubblica, intende reagire con fermezza di fronte a scelte che non paiono del tutto ispirate a principi di giustizia ed equità. Esse colpiscono ingiustamente i dipendenti pubblici di scuola, università e ricerca che sono da considerare un settore di investimento produttivo per il Paese”.
“Lo SNALS-CONFSAL – proclama l’immediato stato di agitazione e la mobilitazione della categoria con l’adozione di opportune iniziative. Auspica che questo avvenga di concerto con le altre OO.SS. che si pongono in termini costruttivi di fronte ai problemi e non di opposizione ideologica e strumentale”.
In conclusione: “Qualora la situazione non si sblocchi attraverso le necessarie modifiche apportate in sede di conversione in legge del decreto, lo Snals-Confsal intraprenderà opportune iniziative”.