La Federlazio ha presentato la consueta Indagine Congiunturale sullo stato di salute delle Pmi della provincia di Rieti riferita al secondo semestre 2019.
L’Indagine, svolta su un campione rappresentativo di imprese associate, è stata presentata il 25 febbraio nel corso di una conferenza stampa dal presidente della Federlazio di Rieti, Riccardo Bianchi, e dal Direttore Davide Bianchino. All’incontro è intervenuto anche il vicesindaco di Rieti, nonché Assessore comunale alle Attività produttive, Daniele Sinibaldi.
Purtroppo la prima considerazione che emerge dalla nostra indagine è una sostanziale conferma del trend negativo registrato già nei mesi scorsi. Una assenza di crescita che, purtroppo, emerge da quasi tutti i dati raccolti. Ancor più grave è che tale stasi è stata registrata anche sul piano nazionale e su quello regionale.
Tra i pochi segnali confortanti, registriamo un tasso di crescita delle imprese nel Lazio che nel 2019 si attesta a +1,57%, superiore a quello registrato in tutte le altre regioni d’Italia e quindi anche alla media nazionale (+0,52%). I tassi di sviluppo nelle diverse province sono tutti positivi, ma si evidenzia una certa vivacità proprio nella provincia di Rieti dove nel 2019 si registra un +1,24% rispetto allo 0,59% del 2018.
L’INDAGINE FEDERLAZIO
Nel corso del secondo semestre 2019 il saldo di opinioni sull’andamento degli ordinativi ricevuti dal mercato nazionale rimane perfettamente stabile rispetto al semestre precedente e sempre di segno negativo: -2,6. Praticamente stabili e quindi sempre negative anche le previsioni per il primo semestre 2020 (-2,8).
Salgono leggermente gli ordinativi dal mercato UE con il saldo di opinioni che passa da -4,8 a -3,6. Moderatamente ottimistiche in questo caso le previsioni sul prossimo semestre (saldo uguale a +2,7). In diminuzione invece il saldo registrato sul mercato Extra UE (da +17,7 a +14,1), con delle previsioni ancor meno rosee sul prossimo semestre: +11,1.
Anche il fatturato dal mercato nazionale arretra rispetto allo scorso semestre rimanendo quindi ancora di segno negativo (da -2,7 a -5,3). Positive le previsioni sul primo semestre 2020 con un saldo uguale a zero.
In calo anche il fatturato derivante dal mercato UE che passa da +4,9 a 0, ma con una previsione sul secondo semestre più ottimistica: +6,2. Crolla e torna di segno negativo il saldo Extra UE (da +19 a -6,3), ma anche in questo caso le previsioni sul prossimo futuro sono leggermente positive (+3,9).
Decisa discesa anche per il saldo della produzione (da +3,3 a -7,2). In questo caso anche le previsioni sul prossimo semestre sono tutt’altro che positive (saldo uguale a -12,1).
Coerentemente con i dati visti fin qui, subisce un calo anche il dato sugli investimenti: solo il 17,6% delle imprese intervistate ha dichiarato di averne effettuati nel secondo semestre 2019, contro il 18,4% del semestre precedente. Moderatamente positive le previsioni sul prossimo semestre (23,6%). Sulla base dei dati poco confortanti registrati in questa indagine, i dati sull’occupazione delle imprese reatine non potevano che mostrare un saldo negativo rispetto al precedente semestre che infatti subisce un crollo passando da +15,7 a -5,1). Leggermente superiori, ma pur sempre di segno negativo, le aspettative di assunzioni sul prossimo semestre: -2,7.
Il questionario della nostra indagine affronta da alcuni anni il tema dello sviluppo delle risorse umane e degli investimenti in formazione. Continua la costante risalita delle aziende reatine che dichiarano di utilizzare Fondi Interprofessionali. Grazie anche allo sforzo che Federlazio, da oltre due anni, ha messo in campo tra le proprie aziende associate attraverso una convenzione finalizzata ad offrire assistenza gratuita proprio per sfruttare i Fondi in questione.
La percentuale di imprese che ha fatto utilizzo di questi Fondi è passata dal 13,2% del primo semestre 2019 al 14,7% del secondo semestre. Decisamente positive anche le aspettative in questo senso per il primo semestre 2020: 21,6%. Nel questionario erano presenti anche alcune domande relative alla presenza sui mercati esteri. Alle aziende che non operano sui mercati esteri ne è stato anche chiesto il motivo.
Dalle risposte emerge che la maggior parte delle imprese di Rieti (79,6%) non è internazionalizzata, un valore in leggero calo rispetto allo scorso semestre (82,5%) ma ancora decisamente troppo elevato. Tra i motivi per i quali l’azienda non opera sui mercati internazionali, le aziende si dividono quasi equamente su due risposte: “perché la struttura aziendale non è attrezzata per affrontare i mercati esteri” (45,8%) e “perché il mercato nazionale assorbe completamente la produzione” (47,7%).
Infine, anche questo semestre abbiamo voluto cogliere la percezione delle imprese sull’attuale situazione economica, secondo il loro punto di vista. Le opinioni raccolte tra le imprese della provincia reatina confermano una visione più pessimistica rispetto al semestre precedente. Infatti, la somma delle due risposte di carattere pessimista (“la situazione è di grave difficoltà” e “l’equilibrio è ancora precario”) ci dà un valore superiore a quello registrato nel semestre precedente (89,2% contro 73,5%). Diminuiscono, di conseguenza, le risposte sui due indicatori ottimisti: “si stanno realizzando le condizioni per un discreto equilibrio economico” (da 16,7% a 5,4%) e “si può guardare con tranquillità al futuro” (da 9,8% a 5,4%).
“C’è purtroppo una costante che accompagna oramai le nostre ultime indagini congiunturali. Questa è rappresentata da una sostanziale immobilità, una stasi, un’assenza di crescita che non riescono ad essere smentite. Ma forse la cosa più grave è che questo accade non solo sui dati che riguardano strettamente la provincia reatina, ma anche sul piano regionale e nazionale. Nel confronto con il primo semestre 2019 il peggioramento generalizzato di ordinativi, fatturato e produzione ci restituiscono l’immagine di una sistema ripiegato su se stesso, che non riesce ad invertire in modo netto e apprezzabile questo trend.
E’ ormai evidente a tutti che in assenza di uno shock sulla nostra economia, che potrebbe avere l’innesco da una sensibile riduzione della pressione fiscale o da un programma di grandi investimenti pubblici, sarà ben difficile che possano riaccendersi i motori dell’economia nazionale e conseguentemente di quella regionale e reatina. A tutto questo si aggiunge oggi un ulteriore potenziale problema rappresentato dalle conseguenze del Coronavirus. Il rischio di chiusura delle attività imprenditoriali, come già sta succedendo nel nord Italia, avrebbe dei risvolti tragici sulla nostra economia. Il nostro auspicio è che le Istituzioni competenti in primis facciano arrivare tempestivamente informazioni corrette ed adeguate, senza creare allarmismi ingiustificati. Nel caso però si arrivasse alla chiusura preventiva delle attività anche nel nostro territorio, ci auguriamo che verranno mantenute le promesse del Governo in merito alla ‘vicinanza’ delle Istituzioni anche dal punto di vista del supporto economico. Questa la dichiarazione del Direttore di Federlazio Rieti, Davide Bianchino.
“Nel corso delle nostre indagini semestrali ci stiamo purtroppo abituando ormai da troppo tempo a rilevare una situazione di immobilismo economico che comincia a fare spavento. Ancor più grave è poi la mancanza di quella fiducia necessaria affinché gli imprenditori decidano di fare nuovi investimenti. Dai dati rilevati, infatti, una consistente fetta di imprese temporeggia prima di procedere ad un investimento, verosimilmente perché non vede molto chiaro il futuro prossimo. Si ha un po’ l’impressione che non si riesca ad innescare quella spinta decisiva verso lo sviluppo e poi a diffonderla su tutto il territorio.
In una situazione di normalità l’apparato burocratico-amministrativo dovrebbe considerare l’impresa come una ricchezza da salvaguardare, da proteggere, da attrarre. Al momento, invece, a livello nazionale abbiamo una politica che non è nelle condizioni di fare scelte strategiche, di imboccare direzioni di marcia di ampio respiro, di sciogliere i nodi cruciali di politica industriale. Perché di questo bisogna parlare, di come rimettere al centro dello sviluppo l’industria e quella manifatturiera in particolare, ovvero il settore che ha fatto grande questo Paese e che è, invece, quello che si trova principalmente in affanno”. Questa la dichiarazione del Presidente di Federlazio Rieti, Riccardo Bianchi.