“Nell’incontro di venerdi mattina 28 luglio in Comune tra amministratori reatini ed ambasciatore del Giappone in Italia, Satoshi Suzuki, è mancato l’amarcord più sensibile.
E’ mancata la presenza di quella memoria, di quel passato culturale che si sarebbe dovuto gloriosamente tramandare come eredità cittadina: l’opera portata avanti dal genetista Nazareno Strampelli, il padre del grano, che proprio qui a Rieti 100 anni fa riuscì ad incantare il mondo agricolo ponendo alla base delle sue ricerche, un grano giapponese l’Akagomughi, principe degli incroci che hanno dato vita alle più Akagomughi produttive varietà di grano del mondo.
Una memoria che ci porta indietro di 100 anni. Fu, infatti, nel 1923 che lo scienziato marchigiano, dopo anni di studi e di ricerche nella cattedra ambulante di Agricoltura di Campomoro, grazie all’incrocio della varietà di grano giapponese “Akagomughi”, con quella olandese “Wilhelmina Trawe” ed alla “Rieti”, creò la varietà “Mentana”, la matrice della Rivoluzione Verde che permise all’agronomo e ambientalista statunitense, Norman Ernest Borlaug di vincere il Premio Nobel per la pace nel 1970.
L’introduzione delle varietà di grano a basso fusto, tramite il gene Rht8, proveniente dall'”Akagomughi”, realizzata da Nazareno Strampelli, viene considerata una delle più importanti mutazioni del grano indotte nel XX secolo.-
Un grazie, comunque, dovuto al Giappone, il cui ricordo per il contributo dato all’opera di Nazareno Strampelli resterà sempre vivo tra le centinaia di teche di vetro custodite nei locali dell’Istituto di Campomoro nella speranza che i lavori di recupero inizino al più presto possibile. Dell’incontro di venerdi resta, comunque, l’immagine. Oggi, è quella che conta”.
Tito Cheli