IN STATO DI AGITAZIONE I DIPENDENTI DEL CENTRO SALUTE MENTALE DI RIETI

Ambulanza

A seguito delle anticipazioni verbali da parte del direttore del DSM e dalle anticipazioni a mezzo stampa, il personale del CSM di Rieti ha ricevuto notizia della volontà, da più parti espressa, di ridurre l’operatività del CSM dalle attuali 24 ore a orario esclusivamente diurno.

A fronte di un dibattito viziato dalla non corretta rappresentazione della realtà da parte di chi è intervenuto sui media a supporto della volontà di ridurre l’orario di operatività del servizio, i dipendenti del CSM, riuniti in assemblea, ritengono lesa la dignità del loro lavoro e contestano fortemente le ragioni di “razionalizzazione “ poste a fondamento della destrutturazione del servizio stesso ritenendo che:

1) il costo aggiuntivo sopportato dall’azienda ASL per la turnazione anche notturna degli  infermieri del CSM (circa 30.000 euro annui) è più che compensata dal fatto che il sevizio notturno e comunque emergenziale sul territorio ha impedito, grazie alla professionalità degli operatori, una notevole mole di ricoveri nel reparto di diagnosi e cura, che sarebbero costati all’azienda ASL una cifra ben maggiore;

2) che l’operazione di riduzione dell’orario di operatività del CSM è lesiva della dignità e delle esigenze sanitarie dei cittadini affetti da patologie “mentali”, nella misura in cui all’emergenza psichiatrica sul territorio si intende far  fronte con l’intervento del 118 (privo di professionisti formati nel campo psichiatrico) o peggio ancora dalle forze dell’ordine, con un evidente problema “stigma” nei confronti dell’utente psichiatrico e dei suoi familiari;

3) che lo stesso servizio 118 è già, per problemi di organico, al limite della operatività necessaria per le esigenze dell’Emergenza nel territorio, problema che è destinato ad aggravarsi con la chiusura dei Pronto soccorso di Amatrice e Magliano Sabina, e che quindi “affidare“ al 118 le cd ”emergenze psichiatriche” inevitabilmente porrebbe ulteriori seri problemi alla rete dell’Emergenza Provinciale globalmente intesa, e comunque che gli eventuali interventi non potrebbero che concludersi con il ricovero dell’utente nel reparto di diagnosi e cura;

4) che analogamente, oltre gli evidenti problemi di appropriatezza dell’intervento e di dignità dell’utente psichiatrico, l’utilizzo conseguentemente inevitabile in numerosi casi, nelle emergenze psichiatriche, delle forze dell’ordine, non assistite da personale sanitario, porrebbe serissimi  problemi di utilizzo improprio del personale delle forze dell’ordine stesse , distratte in questo caso dalle incombenze che gli sono proprie;

5) ritengono infine il dibattito cui si è assistito in questi giorni viziato da elementi di ideologismo che impediscono di analizzare il problema per quello che è realmente.