Se uscissimo dal provincialismo della nostra politica, che è poi l’altra faccia del “teatrino” sempre descritto da Berlusconi, riusciremmo a guardare con maggiore serietà ai risultati positivi che il premier riporta dall’ultima variegata trasferta estera e alle concrete iniziative di governo che precedono il mese di agosto.
Prima di tutte e prima di tutto, l’impegno anticrisi di cui la manovra finanziaria approvata guarda caso da sindacati e Confindustria che difendono i tagli al contrario della solita opposizione e in secondo luogo l’impostazione del federalismo fiscale e quella parte di grande riforma della giustizia che comincia con il provvedimento contro gli abusi delle intercettazioni.
Cominciamo dai dati certi: la finanziaria che è entrata nel parlamento in modo serio, ne uscirà “a saldi e a soldi invariati”, non solo perché lo dice Giulio Tremonti ma perché è interesse dell’intero governo tenere fede alla impostazione data, che riguarda i tagli e la correzione dei conti pubblici come viatico della ripresa possibile.
Le parti sociali sono consapevoli della necessità dei sacrifici ma giustamente insistono perché nulla si tocchi dell’impianto originale del decreto che oltre a ridurre la spesa pubblica confida sulle maggiori entrate soprattutto grazie alla stretta sull’evasione fiscale.
Dobbiamo dire a gran voce che questa è la miglior prova della malafede del pd e della opposizione tutta: anche loro sono consapevoli dell’emergenza e della necessità dei tagli, però drogano l’opinione pubblica parlando di iniquità e di “misure insufficienti”! Siamo chiari: se una insufficienza c’è, come il presidente del consiglio non smette di ricordare, è soltanto sul fronte della crescita. Ma il motivo è ben noto e purtroppo non dipende dalla qualità e dalla determinazione del governo.
Fintanto che la commissione Ue non cambierà i vincoli del patto di stabilità (rendendo dunque inadeguati i conti di Tremonti per ridurre il disavanzo), la finanziaria rispetta pienamente i dettami di Bruxelles e punta a dimezzare il deficit nel 2012, dunque un anno prima rispetto alla data ultima fissata i giorni scorsi al g20 di Toronto.
Pertanto vista l’ineluttabilità della manovra finanziaria, la classe dirigente reatina, ha il compito di far capire al governo e alla regione, che per i territori più deboli, quali il nostro, qualsiasi manovra ha riflessi negativi ancora più marcati.
Ecco perché il Pdl reatino si è schierato senza remore a difesa del territorio.
Altresì, alcune recenti iniziative del Pd reatino, appaiono strumentali e anche poco utili per il fine che s’intende raggiungere.
Eccessive caratterizzazioni di parte, quali ad esempio la distribuzione di volantini contro il centro destra durante la manifestazione al casello di Fiano Romano sono controproducenti.
Due soli esempi quali il debito della regione Lazio e quello del comune di Roma, dovuto in gran parte al centro sinistra, e che messi insieme fanno l’attuale manovra finanziaria, forse consiglierebbero a questi signori di essere più prudenti.