Rispondo con la presente all’interpellanza urgente, con la quale si chiedono “informazioni e notizie circa le intenzioni dell’Amministrazione in merito alle note vicende che hanno coinvolto nei mesi scorsi la ARCUS S.p.A”.
Faccio immediatamente presente che l’Amministrazione comunale non deve esprimere o manifestare intenzione alcuna nei confronti delle “note vicende” di ARCUS S.p.A., poiché non intrattiene rapporti di sorta con la citata società.
La stessa fondazione “Flavio Vespasiano”, promossa dal Comune di Rieti, non ha mai subordinato la propria esistenza e la propria attività istituzionale a finanziamenti erogati dalla ARCUS S.p.A., in quanto, i finanziamenti le sono stati garantiti dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Contrariamente a quanto ipotizzato dagli Interpellanti, l’edizione 2010 del “Reate Festival” non soltanto non sarà “molto ridimensionata” rispetto alla prima edizione, ma sarà addirittura potenziata nei programmi e nella durata.
Siamo, quindi, tutti protesi a far crescere la citata Fondazione che si è già rivelata strumento ineguagliabile di sviluppo sociale, culturale ed economico della nostra Comunità.
Si stanno persino predisponendo iniziative parlamentari per offrire prospettive di stabilità e sicurezza economica per il futuro del “Reate Festival”.
Non abbiamo alcuna intenzione di perdere ancora una volta il treno come, purtroppo, a suo tempo fece la Giunta Comunale dell’epoca (tanto per memoria era una “Giunta Frontista”), di fronte alla possibilità di realizzare a Rieti quello che poi è stato il Festival dei Due Mondi di Spoleto.
Non credo, invece, che analoga intenzione contraddistingua tutte, proprio tutte le componenti della nostra comunità.
Ritengo, infatti, che ci sia qualcuno che culli la malcelata, anche se inconfessata, speranza che
È mia radicata convinzione che tutto ciò rappresenti il desiderio recondito di una piccola parte della borghesia, quella più provincialotta e un po’ snob, protesa soltanto a essere inserita in un qualche circolo presuntuosamente esclusivo e sempre predisposta a mettersi addosso lustrini e a ottenere prebende.
Ritengo, inoltre, che analoga aspirazione a un rapido e inglorioso fallimento del “Reate Festival” appartenga anche a qualche ormai attempato rivoluzionario da operetta, che alla elevazione e alla crescita di una comunità preferisce l’acuirsi delle difficoltà di essa, pensando ancora di trovare terreno fertile per mai sopite velleità di rivolta sociale, frutto di una pseudo-cultura ottocentesca, superata dai tempi e sconfitta dalla storia.
Per fortuna il Popolo di Rieti ha dimostrato in maniera inequivocabile di trovarsi sul versante opposto, partecipando massicciamente alle iniziative della sua Fondazione Flavio Vespasiano, sua in quanto espressione del Civico Consesso Cittadino e quindi prodotto autentico dell’autentico Popolo Reatino.