IL SEGRETARIO UGL MEDICI ANGELONI SULL'OSPEDALE GRIFONI DI AMATRICE

Sanità Rieti

Non credo che se Amatrice dovesse “andarsene” in Abruzzo, il  suo ospedale diventerebbe qualcosa di meglio di ora e, forse, i tagli arriverebbero inevitabili anche dall’Aquila. Perciò, per il bene che tutti invocano per la popolazione ma anche per la sopravvivenza del sistema sanitario  pubblico, sarebbe il caso di parlare con responsabile competenza di come riconvertire il nosocomio.

E questo vale anche per l’ospedale di Magliano e non solo per le necessità imposte dal piano di rientro regionale che non è pensabile possano essere soddisfatte unicamente con un aumento della tassazione generale o del contributo individuale sulle prestazioni. Infatti, come già più volte detto dalla UGL, gli ospedali devono essere una risposta alle esigenze della popolazione cosa che, secondo i dati ora disponibili e pur incompleti che siano, attualmente si verifica solo in parte.

E questo, torno a dire, per una cattiva gestione delle strutture e in generale per una politica sanitaria locale, che si è perpetrata negli anni e sotto tutte le bandiere, disattenta verso le problematiche essenziali della popolazione e molto più attenta ad elargire primariati e dirigenze. Per entrare, ad ogni modo nei particolari, e visto che l’acceso dibattimento di questi giorni ha come argomento principale il taglio dei posti letto per acuti, sarebbe il caso di chiedere ai politici e agli operatori che fino ad ora si sono, per così dire, dimenati nella difesa di queste risorse (citando peraltro solo dati assoluti di ricoveri che dicono poco e niente dal punto di vista di un serio studio epidemiologico), quali sono le patologie acute che i due nosocomi sono in grado di affrontare senza dover trasferire i pazienti ad altre strutture e quali sono le acuzie che trattano provenienti da altre strutture ospedaliere.

Detto questo, torno a ribadire che la gestione e la utilizzazione dei servizi sanitari deve essere vista come un processo dinamico sulla base delle esigenze concrete della utenza esterna e della situazione della utenza interna (operatori) e di altri portatori di interessi (es: amministrazioni locali). Per questo motivo non è detto che qualsiasi decisione presente da parte della Regione, pur giustificata dalla contingenza economica, non possa essere rivista nel futuro prossimo in una prospettiva di garanzia del diritto alla salute, che costituisce l’unica vera finalità del servizio sanitario pubblico, oltre che di migliore efficienza del servizio stesso. Il tutto, almeno questa è la mia chiave di lettura della cosiddetta “zonizzazione”, in una logica di ri-organizzazione territoriale e di ottimizzazione dei servizi  che, personalmente, non vedrei neanche limitata all’ambito regionale, ma, nel caso di Magliano ed Amatrice, anche extraregionale, dal momento che il Servizio Sanitario è nazionale e le Regioni devono garantire, tra l’altro, l’equità e la omogeneità del servizio ai cittadini italiani residenti e non sul territorio nazionale, così come sancito dalla Costituzione.

Sta a questo punto a noi tutti, amministratori e professionisti seri, fornire agli esperti regionali le motivazioni valide per  modificare le decisioni dell’ultima ora e garantire la futura operatività delle due strutture reatine in un’ottica, però, di vero servizio alla popolazione e non di asservimento alla propaganda politica o agli interessi personali.