“Il primo giorno di scuola non è solo un giorno simbolico di ripartenza per tutti. La scelta di istituire una giornata di celebrazioni che vede il Presidente della Repubblica diretto protagonista è prova di quanto questo momento sia importante per tutto il Paese. E’ il riconoscimento dell’istruzione come funzione fondamentale dello Stato
La scuola è l’istituzione nella quale il trasferimento dei valori della democrazia, della partecipazione, della convivenza e del vivere civile, trovavano certezze e condivisione, contribuendo a definire l’identità culturale del paese.
Nessuno pensi ad una scuola come un organismo statico perché è dinamico per definizione. Sono le generazioni che si alternano al loro interno a modificarla sino a mutarla. E’ una comunità che trova al proprio interno la spinta fisiologica al cambiamento.
Non ha bisogno di nessun cambiamento epocale ma di cure ed attenzione costante. Questo non vuole dire che non ci sia necessità di interventi, al contrario ma senza snaturarne la funzione democratica e costituzionale. Ci sarà bisogno di alleanze complessive che mettano insieme insegnanti, genitori, studenti a rivendicare cure ed attenzione. Saranno necessari momenti di condivisione delle scelte con chi a scuola lavora ogni giorno.
Servirà una linea sindacale attenta e lungimirante per trovare le giuste soluzioni negoziali in funzione del cambiamento. Sappiamo bene che la soluzione a tante questioni aperte(classi troppo numerose, spazi alle scuole, lavoro stabile per il personale precario, potenziamento del trasposto pubblico) non si troverà con ricette da laboratorio, con soluzioni orientate al welfare od alla produzione.
Per paradosso non saranno nemmeno le ricette europee a offrire scenari nuovi a insegnanti stremati. Non saranno i progetti altisonanti del PNRR a darle un volto nuovo. Devono riparare i danni delle politiche di austerity degli ultimi decenni. Ciò che è stato fatto per la scuola non è stato fatto per nessun altro settore, tagli e ancora tagli. Sono state scaricate le responsabilità, le inefficienze, le politiche di contenimento finanziario sulle persone che ci lavorano, e poisui sindacati che li rappresentano, sino ad arrivare agli studenti che rivendicano a ragione spazi nuovi di partecipazione.
A quei docenti che hanno svolto in trincea il loro lavoro con continui spostamenti, con vincoli inaccettabili, con stipendi da sussistenza, in aule spesso fatiscenti, senza dispositivi di protezione, non si può continuare a puntare il dito contro, addebitando loro ogni sorta di inefficienza. Ne siamo convinti e il nostro impegno quotidiano è rivolto a trovare soluzioni con la maggiore condivisione possibile. Ogni giorno di scuola, dopo il primo giorno di scuola. In presenza e in sicurezza, però”.
Pino Turi (Segretario generale Uil Scuola)