Il successo della XI edizione del Reate Festival sembra non fermarsi. Domenica 13 ottobre 2019 al teatro Flavio Vespasiano, alle ore 21, ancora una volta l’organizzazione del Festival, insieme all’Accademia Filarmonica Romana, ha regalato alla città di Rieti un’esperienza di straordinaria bellezza: “Te siento… Tango”, interpretata da Miguel Ángel Zotto, Diana Guspero e dalla compagnia di ballo “TangoX2”.
Raffinatissimo e complesso, il tango, è un’arte che ha a che fare con il cuore, con la passione e, in questo caso, anche con le radici, quelle profonde, quelle che partono dai ricordi lontani di un bambino cresciuto con dischi dello zio Gaucho, appassionato di Carlos Gardel e dall’amore per il tango che il padre, ballerino ed attore, è riuscito a trasmettere a Miguel Angel Zotto, lasciandogli in eredità una creatività ed un talento strepitoso.
Il tango, secondo Miguel, “è un ponte per ritrovarsi, è una mano invisibile che ci salva dal rumore per offrirci il suono del cuore”. Proprio così infatti, inizia il suo spettacolo: un battito di cuore ed una donna che gli rapisce l’animo e sparisce nei meandri della notte.
Ed è qui che ci si ritrova di fronte ad una regia curata dallo stesso Zotto (insieme a Dino Parrotta), che fa trasparire nei suoi occhi il proprio animo ”tanghero”, che riesce a trasmettere nella sua vita con passione, malinconia ed una sensibilità rimasta intatta nonostante i grandissimi successi che ha ottenuto nel mondo.
“Te siento… Tango” è la storia della vita di Miguel, una leggenda vivente del tango, tratto dal suo libro, dove ci narra con delicati passi le sensazioni, i profumi e le emozioni che l’hanno accompagnato nel mondo del tango argentino, raccontandoci aneddoti e codici segreti, magistralmente interpretati dalla sua compagnia di ballo, che con professionalità ha saputo coglierne la natura drammatica e comica, con delicatezza e sfumature espressive.
Miguel, non parla solo della sua esperienza di vita, ma sottolinea il suo credere in questa missione, in questa visione e filosofia dove da sempre, ci si perde e ci si ritrova, vagando per labirintici intrecci di gambe e sguardi, per arrivare poi alla fine, a ritrovarsi sempre in un abbraccio, quello della sua Daiana, perfetta metafora di vita.
Ad accompagnare i ballerini, musicisti ed interpreti di altri tempi, come Juan Pablo De Lucca al pianoforte, Nicolas Maceratesi al bandoneòn e direzione musicale, e alla voce Federico Pierro che, nonostante la giovane età, ha suscitato emozioni in tutto il pubblico.
Travolgenti di una morbidezza poetica sono stati anche i passi incalzanti e pieni di virtuosismi di Pablo Moyano e Roberta Beccarini, Gabriel Salvi e Carolina Leonardelli, Leandro Palou e Maria Tsiatsiani, che hanno trasformato insieme ai maestri Miguel Angel Zotto e Daiana Guspero movenze tanto complesse in eterea soavità.
L’impressione è quella di aver vissuto questo spettacolo come un abbraccio, nell’armonia di un “ocho” e nelle sue radici, avendone riconosciuto i passi, i battiti del cuore e la melodia malinconica e passionale che solo il tango può avere e che, Miguel Ángel Zotto, è riuscito perfettamente a descrivere, accompagnando gli spettatori nel tango e nei “passi” della sua vita.
Sonia De Santis