IL PROVVEDITORE GROSSI COMPIE CENT'ANNI

Goffredo GrossiDomenica 10 marzo Goffredo Grossi, provveditore agli studi emerito, che molti del mondo scolastico provinciale ancora ricordano, compirà cento anni e quindi è doveroso rammentarne alcuni episodi della vita e i meriti che egli acquisì durante l’esercizio del suo delicato e complesso lavoro di dirigente del settore scolastico, risultato centrale per lo sviluppo sociale e fonte di occupazione per migliaia di cittadini. Per sottolineare questa data, la figlia Serenella, pediatra e allergologa, aiutata dal marito Giovanni Cecchetelli, medico dirigente dell’Asl reatina e dai figli Claudio e Lorenzo, ha organizzato per lui una piccola festa con lo spegnimento delle rituali candeline, cerimonia che avverrà nell’appartamento di via degli Elci, quartiere di Città Giardino, che il centenario ancora abita, dopo la morte della moglie signora Gina, avvenuta molti anni fa.

Il 1913, quando egli nacque in un paesino della vicina Marsica, non è poi molto lontano dalla analogia alle vicende di questo anno 2013 come si potrebbe erroneamente pensare. Quell’anno di inizi Novecento si aprì con lo sciopero dei metalmeccanici organizzato dalla Fiom, che si concluse con la vittoria dei lavoratori, i quali spuntarono alla Fiat e alle industrie di tutta Italia il diritto ad organizzarsi in fabbrica e ad avere il contratto nazionale di lavoro. Il’13 fu anche l’anno del Patto Gentiloni. Quale realtà politica nazionale, i cattolici riemersero dal pozzo del non expedit papale, che impediva loro la partecipazione alle elezioni, concordando di far confluire i loro voti sui candidati liberali disponibili ad impegnarsi nella salvaguardia dei valori cristiani nelle leggi che si sarebbero approvate in Parlamento.

Era l’anticipo, come si può ben vedere, della posizione della Chiesa cattolica riguardo a valori e principi “non trattabili” del momento attuale. L’Esercito italiano era impegnato in Libia nella guerra italo-turca, come lo è oggi in Afganistan e fu in quest’anno che Giuseppe Lombardo Radice, uno dei più grandi pedagogisti italiani, diede alle stampe  Le lezioni di didattica e ricordi di esperienza magistrale, un testo che Grossi, più tardi, dovrà ben studiare per superare il concorso di accesso all’amministrazione del Ministero della Pubblica Irruzione, che vinse. La sua prima destinazione fu il provveditorato agli studi di Zara che non raggiunse per lo scoppiò della seconda guerra mondiale, cui partecipò in qualità di sottotenente dell’Arma del Reali Carabinieri, scampando miracolosamente alla strage nazista di Cefalonia dove vennero trucidati per ordine di Hitler migliaia di ufficiali e soldati italiani.

A Rieti Grossi fu prima consigliere e poi vice provveditore. L’avvento al Ministero di Viale Trastevere del sabino onorevole Franco Maria Malfatti, che ben lo conosceva e lo stimava, gli consentì di essere nominato, attraverso un duro esame comparativo, a capo del provveditorato agli Studi di Grosseto. Il ministro gli affidò uno specifico programma e l’incarico di migliorare strutture e organizzazione di quella scuola maremmana, che Malfatti ben conosceva, perché nel comune di Albinia la moglie marchesa Franca Spinola vi possedeva  una moderna azienda agricola, La Parrina. Inoltre, il provveditore emerito fu uno che applicò con partecipazione viva e da subito, la grande riforma che avvenne attraverso i decreti delegati o decreti Malfatti, che europizzarono e democratizzarono la Scuola italiana, confermandosi la più importante riforma del settore del dopoguerra ad oggi.

Goffredo Grossi ha fatto parte dei consigli di amministrazione di enti turistici e della commissione urbanistica del comune di Rieti. Il suo lavoro fu ben considerato dall’on. Giuseppe Ermini, rettore dell’Università per stranieri di Perugia e ministro della PI. prima di Malfatti e dall’on. Filippo Micheli, entrambi eletti alla Camera di deputati nella circoscrizione umbro-sabina.

L’appartenenza all’Arma dei Carabinieri non è mai stata dimenticata o trascurata. Grossi ha presieduto efficacemente e per lunghissimi anni, la sezione provinciale dei carabinieri in congedo ed ha conservato rapporti importanti con i comandanti del Gruppo provinciale, alternatisi al comando della struttura di via Cintia ed ora di viale De Iulis, così osservando e vivendo in concreto il valore della fedeltà alla Benemerita e alle sue tradizioni. 

In conclusione di questo breve profilo, si può dire di Goffredo Grossi che nella vita egli si è impegnato a credere, lavorare e a trasmettere alcune idee giuste: l’amore per l’Italia, lo studio delle discipline che erano il fondo del suo lavoro di dirigente, lo zelo nella cura della scuola, la dignità corrisposta nei compiti cui doveva assolvere, l’impegno nel campo civico, l’attaccamento al dovere e l’osservanza del rispetto umano, qualità acquisite in quella grande palestra che fu per lui l’esperienza di dirigente scolastico nei momenti cruciali del ’68 e dei grandi scioperi scolastici e di ufficiale dei carabinieri, quest’ultima pratica vissuta nel drammatico contesto del secondo conflitto mondiale. (Nella foto: Grossi con il ministro Malfatti, nella sede della Camera di Commercio di Rieti).