IL PRESIDENTE DI RISORSE SABINE MASCIOLETTI RISPONDE ALLA NOTA DEL SEGRETARIO DELLA UIL PAOLUCCI

Risorse sabine Rieti

Alla nota del segretario della Uil Alberto Paolucci pubblicata ieri dal nostro giornale risponde il presidente di Risorse Sabine Giovanni Mascioletti: 
"Leggo le dichiarazioni del Segretario della UIL, Alberto Paolucci, che torna su una polemica sterile sollevata dal suo sindacalistra della UIL Funzione Pubblica.

Piuttosto che cimentarsi su una facile demagogia inviterei Paolucci ad un approccio più costruttivo sulle problematiche di una società che assicura  103 posti di lavoro e che attraverso la fusione per incorporazione, in corso, di Rieti Turismo diventeranno 131. Se Paolucci non ascoltasse la sirena del suo sindacalista eviterebbe di infrangersi sugli scogli.

Se Paolucci non avesse brillato per le sue assenze ai diversi incontri che ci sono stati tra i Segretari Provinciali delle OO.SS. unitamente ai Segretari di categoria di CGIL,CISL,UIL e UGL con l’ Azionista (Provincia) e i Presidenti delle società, forse avrebbe compreso che la crisi delle società non è economica ma finanziaria, che le difficoltà finanziarie sono dovute alla parziale erogazione da parte della Regione dei fondi derivanti dalle convenzioni sottoscritte dalla stessa con la Provincia per la stabilizzazione degli LSU e dai tagli dei trasferimenti all’ Ente a seguito delle norme per il riordino delle Province.

Se Paolucci avesse intenzione di salvaguardare i posti di lavoro forse si sarebbe potuto impegnare, come hanno fatto altri Segretari provinciali, ad individuare le modalità per definire l’inquadramento giuridico della società rispetto alla spending review. Paolucci è bene che sappia che se dovesse essere applicato l’ art. 4 si perderanno 131 posti di lavoro, mentre se l’ applicazione dovesse essere quella dell’ art. 9 esiste la possibilità che l’azienda, anche facendo sacrifici, possa essere salvata.

In questa fase di transizione Risorse Sabine sta cercando, unitamente all’ Azionista, di affrontare il 2013 facendo in modo che la crisi societaria non diventi strutturale per cui si è dovuto ricorrere alla CIG in deroga dal mese di novembre per il 50% delle ore per 56 dipendenti, a rotazione su 103 e le uniche entrate certe su cui si può fare affidamento sono quelle derivanti dai contratti di servizio che la società ha sottoscritto o dovrà sottoscrivere con la Provincia.

Non è escluso che alcuni contratti di servizio per poter essere soddisfatti possano richiedere delle professionalità esterne alla società, per periodi limitati e con costi marginali rispetto al valore degli stessi contratti. Con il  ricavato dei contratti, è ovvio,si retribuisce il lavoro dei dipendenti. Per tornare alla polemica sollevata dal sindacalista della Uil funzione pubblica e ripresa in modo strumentale e populista dal Segretario provinciale, mi pongo una domanda e la pongo come riflessione a chi legge: Non è per caso che, del tutto involontariamente, Risorse Sabine in quanto operatore di facility management rispetto alle funzioni serventi l’apparato amministrativo della Provincia, con le sue attività stia intaccando un sistema consolidato di potere e di inefficienza all’ interno dell’Ente  che fa riferimento ad una certa centrale sindacale della funzione pubblica per cui la società, a costo di licenziare 131 dipendenti, debba essere cinicamente liquidata?"