La presenza suggestiva del lupo appenninico è stata accertata da qualche tempo anche sulle vette della Riserva dei monti del Cervia e del Navegna, impegnando naturalisti, amministratori locali ed allevatori su versanti non sempre convergenti. I primi ad analizzare e studiare i sistemi di gestione e conservazione, gli altri per lo più preoccupati per gli effetti della predazione nei confronti degli armenti. Del resto la presenza di questo animale solitario e schivo porta con se un qualcosa di suggestivo che rende i territori più misteriosi ed attraenti.
Per mettere in comune esperienze maturate in questi anni hanno promosso un convegno per riflettere sulle strategie poste in essere in questi anni. Il prossimo 5 aprile presso il centro sociale polivalente di Castel di Tora si confronteranno esperti universitari, naturalisti delle AA.PP., della Regione Lazio e delle associazioni ambientaliste per un verifica delle strategie poste in essere in questi anni sia sul versante della conservazione che della gestione della specie.
“A dimostrazione dell’attenzione che si riversa sulla tematica – afferma con soddisfazione il Commissario della Riserva Sandro Grassi – la partecipazione al workshop assicurata da amministratori locali e regionali tra cui l’assessore regionale all’ambiente, Marco Mattei e il presidente della Provincia di Rieti, Fabio Melilli, accanto ad assessori provinciali, sindaci della Riserva, consiglieri regionali espressione del territorio. Ma l’adesione che ci dà maggiore soddisfazione è quella di Roul Bova, vero e proprio testimonial del territorio.”
“Accanto all’analisi delle risultanze che emergeranno dalle esperienze invitate al convegno vorremmo lanciare un segnale di gestione innovativo che superi il sistema dei risarcimenti a piè di lista – afferma il direttore della Riserva dr. Maurizo Gallo – un nuovo patto tra aree protette e imprenditori zootecnici che prevedano l’attuazione di nuove tecniche di prevenzione dei greggi potrebbe consentire un equilibrio più stabile nella direzione della tutela della biodiversità e della crescita del territorio assegnato alla custodia dell’area protetta”.