Si è tenuto questa mattina nell’aula magna dell’Istituto Rosatelli di Rieti l’incontro tra i giovani studenti del Circolo dei Lettori e lo scrittore caporedattore de “Il Corriere della Sera” Mario Garofalo.
Tema dell’incontro l’ultimo libro scritto dal giornalista intitolato: “Voglio sentire le voci”, un significativo quanto attuale racconto su un tema scottante come quello delle nuove tecnologie che imperversano nella nostra vita, modificandola, rendendola nuova nel bene o nel male.
Un libro che racconta la vicenda di un ragazzo adolescente che si ritrova improvvisamente “disconnesso”. Un blackout di non breve durata, che interrompe la sua quotidianità e tutto sembra impossibile senza wi-fi.
Da questo spunto e attraversando diverse fasi del testo, i ragazzi e Mario Garofalo hanno intrapreso una simpatica quanto interessante discussione su quel lenzuolo bianco, chiamato tecnologia, che ci avvolge e che a volte non ci fa più respirare.
Preda della frenesia della whatsappata istantanea o del commento a tutti i costi l’essere umano sta perdendo di vista gli occhi di chi ha di fronte, chiudendosi in sè, facendo ogni giorno un lavoro di logorio sul proprio io e sulla propria capacità di essere sociale, dimagrendo nell’animo e restando apatico, assumendo forza e coraggio solamente dietro ad un mero schermo di computer.
Quella della “dipendenza tecnologica” è una tematica e problematica quanto mai attuale e sentita, soprattutto tra i ragazzi. Gli interventi delle giovani organizzatrici dell’incontro e di altri studenti hanno fatto emergere una bella realtà, quella composta da studenti capaci ancora di leggere un libro, di scrivere un giornalino scolastico o di sognare.
Capaci di sfruttare al meglio le nuove tecnologie, controllandole e non facendosi controllare da loro.
Il rapporto colloquiale, quasi familiare, instauratosi tra i giovani del Circolo dei Lettori e Mario Garofalo è terminato non solo in foto e autografi, ma in sane risate.
La promessa di rivedersi e i regali che gli studenti hanno riservato al caporedattore de “Il Corriere della Sera”, uno legato alla sua fede calcistica napoletana e il secondo riguardante una copia del giornalino scolastico, sono stati la ciliegina sulla torta.