Il 6 gennaio torna il Presepe Vivente di Santa Rufina

Siamo giunti a metà dell’opera, un’opera fortemente voluta e condivisa dall’Associazione Presepe Vivente Santa Rufina, dalla Parrocchia di Santa Rufina e da padre Renzo del Convento di Poggio Bustone, sponsorizzata dalla Pro Loco di Cittaducale e da numerose attività economiche del territorio, patrocinata dal Comune di Cittaducale, con il contributo della Regione Lazio. Il 6 gennaio le canzoni che suonerà il gruppo folkroristico “Santarufinari Rulli e Rulli” proietteranno subito i presenti in una atmosfera natalizia.

Padre Renzo ci porterà indietro di circa 800 anni facendoci rivivere le emozioni del primo Presepe che San Francesco realizzò a Greccio spronandoci ad accendere la Speranza di un mondo migliore dentro i nostri cuori e poi ci condurrà attraverso i vicoli e le corti della parte antica di Santa Rufina, via Scalette zona Castello in un paesaggio fatto di case antiche ma purtroppo abbandonate dove avremo modo di ammirare le arti e le professioni di un tempo dislocate lungo il percorso e degli scorci panoramici straordinari ma soprattutto per condurci verso la grotta della Natività mentre gli zampognari ci accompagneranno diffondendo le note dei loro strumenti musicali. Intorno a noi montagne, ruscelli, animali, a rappresentare tutto il creato che non siamo riusciti ancora a distruggere e che partecipa alla festa della venuta del Messia. Gli Angeli e la stella cometa sono il segno che “noi pure siamo chiamati a metterci in cammino per raggiungere la grotta ed adorare il Signore”.

Linfa vitale della manifestazione, capaci di generare futuro e speranza, sono coloro che rappresentano arti e mestieri del tempo che fu: dal pastore al fabbro, dal ciabattino alla vasaia, dal cestaro alla ricamatrice, dai cerchiari ai falegnami ed a tutti i figuranti a rappresentare “la vita quotidiana, la gioia di fare in modo straordinario le cose di tutti i giorni”. Nella grotta ci aspettano Giuseppe e Maria. Maria è la testimonianza di come abbandonarsi nella fede alla volontà di Dio così come Giuseppe, il custode che non si stanca mai di proteggere la sua famiglia. Nella mangiatoia c’è il piccolo Gesù che si presenta così, in un bambino, per farsi accogliere tra le nostre braccia in tutta la sua fragilità. E poi i Re Magi per insegnarci che si può partire da molto lontano per raggiungere Cristo. Il presepe, nel suo insieme, per raccontare l’amore di Dio per noi, il Dio che si è fatto bambino per dirci quanto è vicino ad ogni essere umano, in qualunque condizione si trovi e a dirci che in questo sta la felicità.