Domenica 16 aprile, alle ore 18:30, nella Chiesa di San Rufo a Rieti sarà ospite Piero Cipriano, psichiatra basagliano di formazione cognitivista ed etnopsichiatrica, autore di numerosi articoli e saggi scientifici. Ha scritto, tra gli altri: “La fabbrica della cura mentale. Diario di uno psichiatra riluttante”, “Ayahuasca e cura del mondo”, in cui misticismo e cura psichiatrica non sono mai state così vicine.
Lo psichiatra e scrittore dialogherà con l’attore e poeta sabino Emanuele d’Agapiti nell’ambito del ciclo di incontri culturali promossi da Fratres donatori di sangue, Misericordia di Rieti, Musikologiamo APS. Media partner Radiomondo e Rietinvetrina.
L’incontro di domenica sarà un viaggio verso la cura durante il quale lo psichiatra e scrittore romano cercherà di raccontare non solo l’impatto della pandemia sulla salute mentale della popolazione e degli operatori sanitari in prima linea, ma anche l’attuale situazione italiana: “la salute mentale – dice lo psichiatra – ha dimenticato il suo scopo più nobile di cura dell’anima e tende a ridursi a un ciclo oggettivizzante e cronicizzante di diagnosi e somministrazione di farmaci. Questo accade in modo particolare nel Lazio, dove le strutture private ricevono metà del budget dedicato alla salute mentale. Questo fa sì che nel pubblico i dipartimenti siano sguarniti. I Centri di salute mentale-Csm lamentano di non potersi permettere aperture sufficienti, visite domiciliari e terapie psicologiche con la giusta frequenza. Non ci sono le risorse e quindi nemmeno l’equipe multidisciplinare complessa che dovrebbe esserci in un Csm”.
Un viaggio tra i territori della sperimentazione di uno scienziato irriverente, coraggioso, anarchico. È possibile curare in modo diverso ribaltando l’idea che sta alla base della psichiatria e psicanalisi attuale?