I reatini in piazza Vittorio Emanuele II: NO all'intolleranza

Tanti i reatini che nel pomeriggio hanno partecipato alla manifestazione in piazza Vittorio Emanuele indetta da Controvento, Teatro Alchemico, Arci e le formazioni politiche della sinistra reatina in concomitanza al presidio delle “Sentinelle in piedi” in piazza Vittori (LEGGI)
Seduti a terra in cerchio, i partecipanti si sono confrontati raccontato le proprie esperienze anche con la lettura di libri sulla famiglia e figli.
“Siamo in piazza per difendere il disegno di legge “Disposizioni in materia di contrasto dell’omofobia e della transfobia” – dichiarano gli organizzatori – presentato dal deputato Ivan Scalfarotto, approvato alla Camera dei Deputi e fermo al Senato dal 20 settembre 2013.
Questo disegno di legge estende agli atti motivati da omofobia le sanzioni già previste sulle discriminazioni etniche, razziali e religiose. In pratica essa punisce non la semplice manifestazione di un’opinione ma coloro che commettano, o istighino a commettere, atti violenti o discriminatori fondati sull’omofobia.
Questo disegno di legge prevede testualmente: 3-bis. Ai sensi della presente legge, non costituiscono discriminazione, né istigazione alla discriminazione, la libera espressione e manifestazione di convincimenti od opinioni riconducibili al pluralismo delle idee, purché non istighino all’odio o alla violenza, né le condotte conformi al diritto vigente.
La libertà di opinione e di parola è dunque salva ma non la libertà di commettere atti violenti o che invitino alla violenza.
Ma questo non basta ai movimenti clericali e razzisti: quelli che manifestano contro questa legge vogliono in realtà, in nome della libertà di espressione, la libertà di etichettare, giudicare, allontanare, discriminare e insultare “froci”, “lesbiche” e “trans”.
Le manifestazione – concludono – contro il disegno di legge Scalfarotto sono diventate uno strumento per imporci la loro idea di famiglia e la loro morale borghese fatta di vizi privati e pubbliche virtù.
NO all’intolleranza. Difendiamo le libertà di vivere serenamente la propria affettività.”
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