“Un gruppo di donne reatine inserite in varie realtà lavorative e sociali nella città di Rieti pongono l’attenzione su un problema importante, molto sentito e vissuto in maniera drammatica da numerose famiglie del territorio e provincia: la vita quotidiana, l’inclusione nella vita sociale e l’inserimento lavorativo dei giovani adulti con disabilità, delle ragazze e ragazzi ormai adulti ma completamente “invisibili” per la comunità reatina.
I nostri ragazzi e ragazze con disabilità di vario genere, usciti dalla scuola diventano dei “fantasmi”, nessuno si fa più carico del loro percorso riabilitativo socio-sanitario, eppure la legge 134 del 2015 denominata anche “legge dell’autismo” garantisce tali percorsi. Il testo di legge prevede interventi finalizzati a garantire la tutela della salute, il miglioramento delle condizioni di vita e l’inserimento nella vita sociale delle persone con disabilità, garantisce a tutti i giovani adulti con disabilità il percorso riabilitativo sulle autonomie della vita quotidiana, inclusione sociale ed inserimento lavorativo, fino a fine vita.
Purtroppo, però, in questa città non c’è un centro riabilitativo semiresidenziale pubblico per giovani adulti. In questi giorni è scaduto un bando di gara promosso dalla regione Lazio, contenuto nella “determinazione del 21 settembre 2021 n.G11279“: nel bando si parla di avviso di gara per la presentazione di proposte progettuali per la gestione di centri Polivalenti per giovani adulti con lo spettro autistico ed altre disabilità con bisogni complessi sul territorio della regione Lazio. In parole povere la creazione di una cattedrale nel deserto. Il progetto è finanziato solo per due anni e poi tutto finisce, con tanti soldi pubblici spesi (il progetto parla di un massimo di finanziamento a progetto di 750mila euro), la proposta è solo per massimo 20 utenti e non specifica il grado di funzionamento per poter essere inseriti in questa progettualità. Quindi di nuovo un’opportunità per pochi e non per tutti.
Ci sono tre centri di riabilitazione accreditati a Rieti, che lavorano soprattutto con i minori con disabilità, con lunghissime, infinite ed estenuanti liste di attesa. Solo un centro riabilitativo a Rieti si occupa di una piccolissima parte di questi ragazzi e ragazze adulti con diverse disabilità, quindi solo per pochi fortunati e non per tutti. La platea di ragazze e ragazzi adulti con disabilità è ampia e sommersa, i bisogni tanti e non presi adeguatamente in considerazione. Bisogna organizzare i servizi previsti dai Lea in modo da offrire su tutto il territorio cittadino e provinciale servizi uniformi e specializzati in accordo con la medicina basata sull’evidenza e cessando di finanziare servizi inutili e perfino talvolta dannosi, progetti che sono fonti di spreco e di non appropriata riabilitazione.
Non sono necessarie risorse aggiuntive per realizzare i servizi specialistici dedicati ma basta semplicemente riconvertire per queste persone tutte le offerte generiche fino ad oggi somministrate, promuovere il coordinamento degli interventi e dei servizi per assicurare la continuità dei percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali nel corso della vita della persona; garantire la disponibilità sul territorio di strutture semiresidenziali e residenziali accreditate, pubbliche, con competenze specifiche sui disturbi dello spettro autistico e tutte le altre disabilità, in grado di effettuare la presa in carico di soggetti minori, adolescenti e adulti.
Il nostro obiettivo è quello di sollecitare le istituzioni ad affrontare concretamente questo tema che coinvolge centinaia di persone nella nostra provincia, affinché si arrivi alla creazione di un centro semiresidenziale pubblico, con compiti di controllo e determinazione dei servizi di assistenza sanitaria nell’ambito della rete cittadina e della provincia, e alla realizzazione di percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali per la presa in carico di minori, adolescenti e adulti con disturbi dello spettro autistico ed altre disabilità, quali formazione degli operatori, informazione sui percorsi dedicati per questi ragazzi e ragazze, sostegno alle famiglie, garanzia di strutture semiresidenziali dedicate, percorsi conoscitivi riguardanti la conoscenza del disturbo dello spettro autistico ed altre disabilità e buone pratiche terapeutiche ed educative”.
Gruppo Donne Reatine