GRANDE SUCCESSO LA SERATA ALPINISTICA DEL CAI CON BENET E MEROI

Meroi e Benet a Rieti

Sabato pomeriggio una affollatissima Sala dei Cordari, nell’ambito degli eventi culturali “Montagne nel cuore” organizzati dal CAI di Rieti, ha applaudito con calore e si è emozionata seguendo passo dopo passo la vicenda della coppia alpinistica più forte del mondo, Nives Meroi e Romano Benet. Moglie e marito nella vita, arrampicano sempre insieme in puro stile alpino cioè senza bombole di ossigeno, senza campi fissi e senza portatori.  Inaspettata la presenza dello scrittore e arrampicatore Erri De Luca che è venuto a rendere omaggio ai suoi amici: “E’ la sola coppia di alpinisti che io conosca legata ad un’alleanza, che mette in atto sempre anche nei luoghi più alti della terra: il rispetto per le leggi della montagna”, ha affermato.

Nives e Romano hanno al loro attivo 11 Ottomila raggiunti. L’annuncio pubblico è stato fatto ufficialmente a Rieti, e domenica tutte le testate della stampa nazionale hanno diffuso ampiamente la notizia: il 5 aprile partiranno di nuovo per l’ Himalaya per ritentare la vetta del Kangchenjunga (8586 m. ). Il fatto straordinario è che Romano si è sottoposto a ben due trapianti di midollo, dopo essersi sentito malissimo in quota proprio su quella montagna. E lei ha rinunciato a salire l’ultima breve parte di tratto fino alla cima, pur di portarlo in fretta a valle. Nives ha rinunciato al record (la coreana e la basca si contendono il primato dei  14 Ottomila), per salvare Romano, vincendone uno ben più importante: quello della vita.

Durante la serata, che ha commosso molti dei presenti, hanno raccontato dei dritti e dei rovesci, del sole e delle bufere, delle stupidità che si possono compiere a quelle quote, ma soprattutto della capacità a rinunciare. Per ricominciare, in montagna come nella vita. Romano si è poi lungamente soffermato  su quanto sia determinante il gesto di tanti volontari donatori: il giovane anonimo che per due volte gli ha donato il midollo, ma anche i tantissimi che donano il sangue. In questa dimensione dell’indispensabile si misura anche la grande  passione dell’alpinismo in alta quota e il loro ritorno in Himalaya: con attenzione, onestà estrema, desiderio di farcela e accettazione che è la montagna a decidere se accoglierti o respingerti. Questo è stato il messaggio della loro multivisione che per la prima volta è stata presentata a Rieti “Io sono le montagne che non ho scalato”.  Oggi Romano e Nives sono pronti e determinati ,pur avendo entrambi 50 anni; soprattutto sono cambiati dentro perché la malattia li ha resi ancora più forti e uniti.