GOVERNO MONTI, PIETRANTONI CGIL: CI BATTEREMO PER MODIFICARE LE NORME PIU' INIQUE DELLA MANOVRA

Tonino Pietrantoni CGIL

L’incapacità delle forze politiche italiane ad affrontare crisi complesse e globali come quella che stiamo vivendo dalla fine del 2008 ha sancito la nascita del Governo Monti. Non è il Governo del centro sinistra e non è neppure il Governo di Berlusconi. Si regge però sulla fiducia dei due più grandi partiti italiani.I nuovi ministri sono tecnici di valore, persone serie.

La prima operazione, seria, è stata quella di dire la verità agli italiani e cioè che la situazione è molto grave e che l’euro va difeso ad ogni costo. Noi siamo assolutamente consapevoli che se precipita tutto, il mondo del lavoro pagherà più di tutti e quindi siamo più interessati di altri ad aiutare il Governo a superare la crisi e tornare alla crescita e allo sviluppo per creare lavoro.

Ma la manovra del Governo Monti ci ha deluso perché non c’è equità. Non ha scalfito minimamente le corporazioni e le lobby, non ha introdotto la patrimoniale sulle grandi ricchezze, non ha dato segnali forti contro l’evasione fiscale e intanto ha colpito i lavoratori dipendenti e i pensionati.

La misura più odiosa è quella sulle pensioni di anzianità ed il brutale innalzamento delle pensioni di vecchiaia per le donne. Misura ancora più insopportabile per tanta gente andata a lavorare a 14, 15 anni e dovrà lavorarne 42 e se non vorrà subire penalizzazioni ne dovrà lavorare altri 5! Tanto per fare un paragone : il parlamentare anche dopo la cosiddetta riforma andrà in pensione a 60 anni, dopo due legislature e quindi dopo 10 anni di lavoro che possono anche diventare 5 o 7 se la legislatura si interrompe prima! L’edile reatino che ha incominciato a lavorare a 15 anni e, se tutti i contributi sono stati versati, ne dovrà lavorare 47 per avere una pensione che raggiungerà i 1.500 euro e non sarà neppure rivalutata. Vi sembra equo tutto ciò?

Io dico che si pone il tema della rappresentanza in Parlamento degli interessi delle persone che come sindacato rappresentiamo. Dopo di che si indica l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori come l’anomalia che impedisce  lo sviluppo, come il tabù da abbattere . Ma quando in questo Paese inizieremo a dire la verità e ad affrontare il livello scandaloso della corruzione che costa 60 miliardi l’anno o l’evasione fiscale che ne costa altri 120 di miliardi?

Da qui la nostra rabbia e delusione. Molte lavoratrici e lavoratori sono arrabbiati con il Governo, ma anche con noi. Ci dicono che non facciamo abbastanza per tutelarli, non otteniamo risultati e quindi lo scoramento, la frustrazione, la rabbia rischia di dilagare.

Noi ci batteremo anche nel 2012 per modificare le norme più inique della manovra Monti, per uscire dalla crisi e creare occasioni di lavoro, vera emergenza per tanti giovani, ma è davvero ora che chi non ha mai pagato paghi e la politica, fondamentale in una democrazia, dia l’esempio, perché se la crisi continua non siamo davvero in grado di prevedere ciò che potrà accadere.