Si ritrova un po’ nel ruolo di sacerdote, don Vito, nell’accompagnare il gruppo dei propri diocesani alla GMG di Lisbona. I reatini si sono uniti, dall’imbarco a Civitavecchia, alle altre diocesi del Lazio grazie all’organizzazione della Pastorale giovanile regionale, sotto l’egida della Conferenza episcopale laziale. I giovani pellegrini stanno vivendo il percorso di avvicinamento alla capitale portoghese – che, dopo lo sbarco a Barcellona, li vede attraversare la Spagna fino al confine col Paese lusitano, direzione Lisbona, non senza una tappa anche a Fatima – accompagnati da catechesi, liturgie, momenti di condivisione, sin dalle ore di navigazione.
Martedì mattina monsignor Piccinonna ai partecipanti in nave ha tenuto una breve catechesi per introdurre il sacramento della Penitenza. Nella sua riflessione, l’invito ad accogliere l’incontro con Dio come liberatore: «Noi siamo spesso vittime del giudizio degli altri, Gesù viene a liberarci da tutto questo». Ma anche come «il tuo cercatore», il quale «ti ama così come sei», pure nel peccato. Egli, ha detto il vescovo, «è anche il Dio di Caino e si preoccupa di usare misericordia anche verso di lui che ha sbagliato».
Una volontà di misericordia che diventa ancora più esplicita quando Dio si incarna in Gesù: come fece con Zaccheo, «egli non vuole solo salvare la tua anima, vuole entrare a casa tua, come ha fatto con Zaccheo». E manda un messaggio forte e chiaro: «devo fermarmi a casa tua», le parole rivolte a lui. Un “devo” che non lascia dubbi.
Richiamando l’episodio evangelico del pubblicano di Gerico che si arrampicò sull’albero per vedere Gesù, il quale gli dice di scendere per autoinvitarsi a casa sua segnandone la conversione, don Vito ha ribadito come a Zaccheo «è data la possibilità di scendere dal sicomoro» soltanto perché «Dio si fermi nella sua vita». Quel “devo fermarmi” detto dal Cristo sta a sottolineare che il Maestro non può farne a meno, poiché «perché sa che quell’incontro con Zaccheo è l’unica possibilità che quest’uomo ha per ricevere il dono della vista (interiore), uno sguardo diverso, aperto, nuovo».
E dunque, conclude la meditazione del vescovo, il passo evangelico ci presenta il quadro di un’occasione unica, quella che fa sì che la vita di un peccatore «si trasformi in una vita rinnovata, perdonata, salvata».