Rapporti tra scuola, imprese territorio. E’ stato il tema di uno dei dibattiti che hanno animato la settima edizione di Incontriamoci, ricostruiamo il futuro della Uil. L’Aula magna dell’istituto alberghiero reatino – eccellenza nel panorama formativo regionale, tanto da attrarre ogni anno studenti da altri territori laziali – sono stati i protagonisti del confronto di venerdì scorso. La riapertura in sicurezza, dopo quasi due anni di didattica a distanza, ha fatto da cornice agli interventi dei relatori che hanno delineato quale scuola dovrà essere ricostruita dopo la pandemia. “Non certo quella che negli ultimi venti anni ha patito tagli continui – ha detto il segretario generale della categoria della uil scuola, Pino Turi – quella pubblica ha bisogno di grandi risorse”.
Il settore è stato molto trascurato, ma le donne e gli uomini che ogni giorno la animano sono motivate, sono eccellenze. L’intervento della dirigente scolastica Alessandra Onofri, rivolto agli studenti presenti in sala a puntare e scommettere su loro stessi e quindi su un futuro qualificato, ne è stata la prova. Ma le criticità non mancano. “Basti pensare – ha specificato Saverio Pantuso, segretario regionale Uil scuola Lazio – che l’anno scolastico è iniziato con difficoltà oggettive: mancanza di personale docente, mancano duemila posti da nominare nell’ATP di Roma”. Più tranquilla la situazione a Rieti – anche se come ribadito dalla professoressa Letizia Rosati, la consigliera delegata dal Comune alla scuola – permangono alcuni problemi legati al trasporto pubblico.
Ma la scuola è sapere, è il futuro per milioni di ragazze e ragazzi. E per il segretario organizzativo Uil Emanuele Ronzoni deve creare sempre più le opportunità affinché i giovani entrino nel mondo del lavoro. “Alle imprese chiediamo – ha aggiunto Ronzoni – di pagarli il giusto per evitare che se ne vadano altrove. Le risorse che arriveranno dal Pnnr andranno gestite anche in questo settore con oculatezza e determinazione”.
“La fuga di giovani verso il nord del paese o addirittura oltre confine – ha aggiunto Alberto Paolucci, Segretario della Uil di Rieti e della Sabina Romana – negli ultimi cinque ha raggiunto livelli allarmanti: circa 127mila under 39 hanno abbandonato il Lazio, un trend che dobbiamo arrestare e invertire”. Anche con il supporto di Unindustria, che attraverso Marco Pezzopane presente al dibattito, ha ribadito la necessità della formazione come opportunità di crescita culturale e professionale. Mentre l’assessore Claudio di Berardino ha anticipato che la regione varerà il prossimo mense un’ordinanza per la messa in sicurezza degli edifici scolastici danneggiati dal terremoto.
La politica deve essere più lungimirante, deve comprendere che gli investimenti sul sapere di oggi avranno ricadute nei prossimi venti anni. E allora come dovrebbe essere la scuola del futuro? il segretario Pantuso la immagina così: “Una scuola che non distribuisca soltanto certezze a buon mercato, ma che educhi a una continua disponibilità all’ascolto dell’altro. Una scuola come centro culturale di vita, sempre aperta con sempre più iniziative culturali, sportive, corsi di sostegno, attività alternative, corsi di recupero per gli alunni diversamente abili e rifugio per chi a casa non trova le condizioni ottimali per lo studio”.