Anche i Giovani Democratici della Provincia di Rieti contribuiscono alla campagna a favore dei consultori pubblici e contro la proposta di Legge regionale del Consigliere di centro destra, Olimpia Tarzia, firmata anche dai consiglieri reatini Lidia Nobili e Gianfranco Gatti.
Questa proposta di legge, presentata come prima proposta della legislatura Polverini, prevede un deciso ridimensionamento del consultorio pubblico in favore di quello privato, introduce figure di dubbia professionalità all’interno delle strutture consultoriali, umilia la donna con un procedimento per l’interruzione volontaria di gravidanza che punta alla sua colpevolizzazione.
Invece di potenziare il consultorio pubblico, così come scritto nella proposta di legge alternativa presentata dal PD, incrementando i fondi e mettendolo in rete con le altre istituzioni pubbliche, a partire dalle scuole e dai luoghi della formazione, la legge Tarzia prevede che gli già scarsi fondi assegnati al consultorio siano divisi fra consultori pubblici e quelli privati accreditati, che siano orientati alla difesa della famiglia e della vita.
La proposta inoltre prevede che oltre alle figure professionali espressamente previste dalla legge, cioè psicologi, ginecologi, psichiatri, ecc., nei consultori pubblici e privati potranno svolgere servizio anche persone non qualificate da un titolo, quali gli antropologi della famiglia, gli esperti in bioetica, ecc.
Questo squalificherà profondamente le strutture e legittimerà come figure professionali, persone che vivranno il consultorio più nella sua dimensione ideologica che non a difesa della salute della donna.
La procedura di interruzione volontaria di gravidanza si complicherà, non nel senso di aumentare la consapevolezza della donna e della coppia, ma nel senso di colpevolizzare una scelta già di per sé difficile. Infatti la donna dovrà firmare una dichiarazione di consenso rispetto al rifiuto di ognuna delle possibilità che il consultorio gli offrirà per portare a termine la gravidanza (e nella legge è previsto un lungo elenco di questi elementi). Noi pensiamo che questa burocratizzazione eccessiva della procedura abbia come obbiettivo la colpevolizzazione della donna e non abbia invece una portata dissuasiva in positivo.
Con questa legge si tornerebbe indietro di 30 anni!!!
È una legge contro la 194, è una legge che mette in secondo piano la salute della donna per ragioni ideologiche. Il consultorio pubblico nel Lazio è in pericolo. Si rischia che battaglie difficili che la generazione precedente alla nostra ha combattuto, seppure da punti di vista e con sensibilità diverse, vengano cancellate con un colpo di mano e senza una discussione pubblica aperta.
Una generazione come la nostra, che ha sempre considerato quelle battaglie come ormai acquisite, non può arrendersi passivamente di fronte a un arretramento delle condizioni civili di tale portata, ma deve riprendere in mano la situazione.
Per questo, insieme al Partito democratico, avvieremo una raccolta firme che propone: il ritiro immediato della proposta di legge Tarzia, la piena applicazione della legge in vigore (l. n.15/1976) e quindi un impegno della Giunta regionale e del Consiglio ad adoperarsi nell’azione di rafforzamento degli attuali Consultori. Per chi volesse sostenere la nostra battaglia ci troverà Sabato 4 dicembre a RIETI, presso la Fiera di Santa Barbara e Mercoledi’ 8 dicembre a Montopoli e Poggio Mirteto.