A consiglio comunale concluso, peraltro in diretta streaming, quindi con un’ampia platea di uditori disponibili, leggo un post del consigliere Serpietri molto articolato su una serie di argomenti trattati in quella sede e per i quali, in diretta, non era stata proferita parola. Sarebbe stato sicuramente interessante, e avrebbe alimentato un dibattito democratico nella sede deputata, sentir esprimere quelle stesse considerazioni durante il Consiglio, invece di aspettare che qualcuno gliele dettasse una volta tornato a casa.
Tra l’altro il Consigliere sa benissimo che tutte le progettualità da lui indicate sono già nella programmazione del Comune, altre sono state concordate con il Consigliere e la Comunità di Vallecupola, e per tutte si stanno cercando le necessarie risorse.
Nel suo post il Consigliere Serpietri declama la cura e l’amore per il borgo di Vallecupola, suo e degli altri cittadini (residenti e non). Mi piacerebbe sapere questo come si concilia con i danni deliberatamente procurati ai giardini comunali di Vallecupola da frequentatori del borgo tuttora anonimi. Quello che possiamo invece affermare con certezza è la cura e l’amore di questa amministrazione per Vallecupola e il suo territorio, dimostrabile con l’azione sia quotidiana che di programmazione del Comune per la frazione.
Sulla manutenzione del verde si è ampiamente detto in Consiglio Comunale. Vallecupola in questo momento è oggetto delle pulizie ordinarie ne più ne meno che Rocca Sinibalda e le sue altre frazioni, realizzate con le forze residue post pensionamenti e nel pieno di una grossa fase riorganizzativa che ha dovuto affrontare negli scorsi mesi il lockdown e la pandemia da Covid19. Ma si sa, la memoria si fa labile, quando è ottenebrata da altri interessi.
Sulla vicenda Aps. Acqua PUBBLICA Sabina. PUBBLICA, vale la pena ricordarlo, che ci sono voluti 20 anni di battaglie per ottenerlo. Vallecupola ha goduto di un privilegio ultra vires per 70 anni. Da 24 la gestione operata dall’Università Agraria di Vallecupola è incompatibile con le normative e l’ordinamento del SII, sistema idrico integrato, che per il nostro Comune coincide con l’ATO3. È vero che nel 2012 fu firmata la convenzione tra Comune e Università Agraria. Erano stati terminati i lavori del nuovo acquedotto comunale e dell’opera di presa. Il Comune a quel punto era pronto a riprendere la gestione del servizio a Vallecupola in quanto gli impianti che prima non aveva ora c’erano e nel frattempo quelli realizzati nel ’53 dall’università Agraria erano vetusti. A fronte delle stesse polemiche di oggi, visto che l’ATO3 era ancora in alto mare rispetto alla creazione della società di gestione, si optò per la convenzione e il mantenimento dello status quo, nelle more della creazione di APS. Con una novità. Ora l’Università usava gli impianti del comune e aveva dismesso il suo vecchio acquedotto, se non per alcune utenze.
Prima ancora del tema di Aps, su cui si gioca a confondere le acque, il tema vero è il ristabilimento di qualche elementare norma di buon senso.
Non si confonda il dover mettere i contatori e pagare l’acqua che si consuma (come ognuno già fa nei comuni di residenza), con il passaggio ad Aps. Perché, al fondo delle rimostranze del Consigliere, il tema vero è questo, ritenere che Vallecupola possa godere di chissà quale privilegio extra ordinem in virtù di una gestione, essa si extra ordinem, protrattasi inopinatamente per molti, troppi, anni. Chiaro che poi ci si abitua, e se arriva qualcuno a ricordare che così non va bene allora è un vessatore o peggio.
Per chiarire, stiamo parlando di 120 utenze, tra residenti e non residenti, che nel sistema gestito dall’Università Agraria fatturano circa 3.500,00 €/anno, senza letture e senza contatori. A fronte di quanto dichiarato da Serpietri, che già ora il non residente, anche in questo sistema iniquo e privo di fondamenti giuridici, paga il 93% in più del residente.
Noi stiamo semplicemente dicendo che a Vallecupola dovranno mettere i contatori e pagare l’acqua in base al consumo, come la legge prescrive. A prescindere dal successivo passaggio ad Aps. Certo, qualcuno potrebbe sostenere “ma senza il passaggio ad Aps, voi non avreste agito e noi potevamo continuare bellamente così”. Il passaggio ad Aps, oltre ad essere un obbligo derivante dall’adesione decennale del Comune a questo percorso, non inficia assolutamente il ragionamento, perché di fondo qui il tema è il ripristino della legalità a fronte di un insostenibile privilegio. Anche per il rispetto dovuto al resto della popolazione di Rocca Sinibalda, che l’acqua la paga a consumo da sempre.
Naturalmente, come ho già avuto modo di dire, su questo e altri argomenti sono pronto e disponibile a qualsiasi confronto e disponibile ad approfondirne le tematiche con i cittadini interessati.