Flavio Mancini, direttore PS de Lellis: “C’è qualcuno che decide che i sanitari devono finire in prima pagina”

“Lavoro in Pronto soccorso dal 1997 e la mia è stata una scelta. La scelta di chi si vuole confrontare ogni giorno con il Pronto Soccorso e l’emergenza-urgenza che mettono a dura prova le capacità di un medico a 360 gradi. Purtroppo, con il passare degli anni, la situazione lavorativa si è modificata complicandosi, tanto da identificarsi con la condizione in cui versa spesso il nostro Paese. 

L’esatta condizione di un Paese le cui necessità sociali ed economiche non soddisfatte spesso finiscono in un solo luogo: il Pronto Soccorso. Ecco allora che qui si rivolgono cittadini con bisogni e aspettative di ogni genere con domande preventive, personali, sociali e di accoglienza, giudiziarie e assicurative, tanto per citarne alcuni: un numero elevato di accessi impropri che in particolari periodi dell’anno (vedi l’estate) si triplicano. Ed ecco dunque che in questo mare magnum di problematiche socio – assistenziali, la vera missione del Pronto Soccorso, quella per cui io e i mie colleghi abbiamo studiato (e lo facciamo ancora), cioè l’affrontare l’Emergenza quella vera, si perde purtroppo inesorabilmente, lasciando il posto a problemi strutturali, sociali ed economici che diventano, per disperazione, problema sanitario. 

Qualcuno si è mai chiesto perché, nonostante la nostra ASL negli ultimi tre anni ha bandito 4 Concorsi a tempo indeterminato, numerosi Avvisi pubblici (12), non riesca più a trovare medici disposti a lavorare in Pronto Soccorso (cosa peraltro che accade anche nel resto d’Italia)?  Perché dal 2022 ad oggi perdiamo, sempre nel nostro Paese, ogni mese 1500 (!) medici dell’emergenza (vuoi per pensionamenti che per abbandono)?  La risposta la possiamo trovare nei ritmi pesanti che non prevedono riposi durante le festività, almeno sei notti al mese di guardia e tantissime di giorno (e fare la guardia in P.S. vuol dire stare sul pezzo, svegli ed operativi dal primo minuto all’ultimo), avere un numero di giorni di ferie elevato che spesso non possiamo sfruttare per la carenza di organico e, in ultimo ma non meno importante, ritrovarsi continuamente sulla Stampa perché su centinaia di pazienti che ogni giorno curiamo con passione e dedizione (la maggioranza silenziosa… il male atavico del nostro Paese) qualcuno decide che i sanitari del Pronto Soccorso ‘devono finire in prima pagina’. Sanitari che lavorano a ritmi che non tutti riescono a sostenere e che in alcune occasioni sono costretti a fare i conti con persone che non vogliono capire che se si ha un codice verde (gravità 3) e ci sono 10 codici gialli (gravità 2), bisogna occuparsi prima di quelli e magari se siamo pochi medici in servizio, diventa necessario aspettare anche 4/5 ore (magari anche di più se nel frattempo ci sono stati accessi con codice rosso), perché non siamo in un ambulatorio ma in una struttura il cui scopo è prendersi cura di chi ha urgente bisogno di assistenza.

Le elezioni sono alle porte (lo si comprende anche dal moltiplicarsi di notizie e considerazioni contro il Pronto Soccorso, ma anche contro l’Azienda e la sanità più in generale): come tutti i lavoratori della sanità e in particolare dell’emergenza – urgenza, mi auguro che si abbandonino posizione preconcette e strumentali che non fanno che alimentare il disamore delle persone verso la nostra professione e l’attività che svolgiamo e che si pensi realmente a permettere al Pronto Soccorso di occuparsi solo ed esclusivamente del suo reale compito: l’emergenza – urgenza”.   

Dottor Flavio Mancini, Direttore Unità Operativa Complessa Medicina e Chirurgia di Accettazione e d’Urgenza OGP Rieti