Con determina n° 2027 del 30/12/2013 a firma del dirigente del settore, Manuela De Alfieri, il Comune di Rieti – Assessorato ai Servizi Sociali ha bandito una selezione per contrattualizzare alcune figure professionali da impiegare per un anno. Tre psicologi, nove assistenti sociali, cinque educatori professionali, due tecnici della migrazione, un tecnico della programmazione, un sociologo. Un numero superiore rispetto all’autorizzazione rilasciata dal Ministero dell’Interno.
Che, infatti, su richiesta dell’Amministrazione Comunale, aveva autorizzato in data 28 novembre 2013 l’assunzione a tempo determinato di 41 collaborazioni coordinate e continuative per le esigenze dei servizi sociali, comprese le 24 figure già contrattualizzate dall’aprile 2013 al marzo 2014.
La commissione esaminatrice, su richiesta dell’amministrazione, all’atto della selezione, sancisce l’idoneità di un numero maggiore di figure rispetto a quelle previste nel bando: sei psicologi (invece di tre), diciotto assistenti sociali (al posto di nove), tre tecnici della migrazione (invece di due), due sociologi (anziché uno).
Nulla di male nel voler rendere idonee un numero di professionalità maggiore per far fronte ad eventuali future esigenze, se non fosse che i cinque educatori professionali giudicati idonei dalla commissione aspettano ancora oggi di essere contrattualizzati. Perché tanta attesa? Perché il Comune di Rieti nel 2013 ha di fatto già speso quasi tutto della somma disponibile, 300 mila a fronte dei 379 utilizzabili, per il pagamento della retribuzione corrisposta ai 24 assunti.
Con la conseguenza, facilmente intuibile, che le poche migliaia di euro rimasti nelle casse comunali (78 mila euro circa) non sono sufficienti a coprire il costo dei 19 posti messi a bando. Tant’è che il Sindaco Petrangeli è stato costretto a scrivere nuovamente al Ministero il 14 gennaio scorso, ribadendo la richiesta di autorizzazione di assunzione per tutti e 41 i collaboratori.
Ma perché fare un bando, allora, creando angosciose ed inutili speranze a persone disoccupate che in quel contratto hanno riposto delle legittime aspettative di impiego, visto che oltretutto sono state pure giudicate idonee per il profilo richiesto?
Lo dichiarano i consiglieri comunali Sebastiani, Cascioli e Festuccia.