Franco Tittoni, segretario provinciale della Fiamma Tricolore e il suo coordinatore regionale Lamberto Iacobelli, manifestano il loro disappunto nell’apprendere della smisurata partecipazione finanziaria ”bipartisan” da parte delle amministrazioni Comunale, Provinciale, alle quali si aggiunge anche la Camera di Commercio, a sostegno della rassegna mondiale del peperoncino.
“ Trovo esagerato, dichiara Franco Tittoni, il contributo dato dalle nostre amministrazioni alla kermesse organizzata dall’on. Rositani, in quanto, in un momento di estrema difficoltà esistenziale delle nostre imprese e di fronte a un bilancio della casse sicuramente deficitario, non mi sembra giusto sponsorizzare prodotti non locali.
Nulla da eccepire sull’aspetto folkloristico e scenografico di sicuro effetto, ma ci chiediamo quale possa essere il ritorno per il nostro territorio.Come mai stessa forza non viene messa in campo a tutela e promozione dell’olio della Sabina, o del fagiolo di Borbona, delle patate di Leonessa o della porchetta di Selci e di altre tipicità che meritano di sicuro più attenzione?
Altro stupore, prosegue Tittoni, provoca la grande rappresentanza di governo, regionale e nazionale, che in altre situazioni, dove si sarebbe dovuto intervenire per risolvere problematiche ormai irreversibili, non ha dimostrato la stessa partecipazione e lo stesso interesse.”
“Noi ci stiamo battendo, afferma Lamberto Iacobelli, per la vendita di prodotti a “Km 0” e per la valorizzazione e tutela dei prodotti tipici, e poi vediamo sperperare risorse economiche pubbliche a sostegno della promozione di altro. Questo di certo non aiuta a rilanciare l’economia laziale nel settore agricolo ed enogastronomico nel quale da anni le imprese, con enormi sacrifici, cercano di creare sviluppo. Trascurare le produzioni locali, frutto di anni di cultura e tradizione contadina, a vantaggio di prodotti che nulla hanno a che vedere con la nostra terra, rischia di sottovalutare le grandi eccellenze che, invece, meriterebbero una maggiore ribalta. Ritengo che queste possano essere motore per il rilancio delle piccole e medie imprese e fonte di occupazione visto il continuo abbandono del nostro territorio da parte dell’Industria che preferisce delocalizzare la produzione in altri siti.”