I bambini delle classi terze della Scuola Elementare Marconi hanno salutato la conclusione dell’anno scolastico 2016/17 con una pregevole recita di commiato. La “festa” è stato anche un modo per metabolizzare in qualche maniera i drammatici e luttuosi eventi sismici che hanno colpito a più riprese il nostro territorio e che resteranno purtroppo impressi nell’animo di questi giovanissimi. I bambini delle tre classi terze del Marconi hanno ripercorso la nascita della terra – dal Big-bang fino all’avvento degli uomini primitivi – in una godibile e gioiosa rappresentazione che si è svolta all’aperto, nella pertinenza retrostante lo storico edificio scolastico di viale Maraini. I bambini e le bambine, indossando improvvisati quanto azzeccati “abiti” consoni all’uomo primitivo – in perfetto stile Fred e Barney Flinkstone – hanno letto, recitato, cantato e ballato dinanzi ad una platea attenta e partecipe fatta soprattutto di genitori, familiari e nonni. I bimbi sono stati guidati, formati e diretti dall’intero corpo insegnante delle tre classi terze del Marconi: le maestre
Rita Mamone, Ilaria Boria, Antonella Mari, Paola Zuccolo, Giovanna Iuliano, Monia Francucci e Ida Sebastiani nonché Vincenzo Grano che ha curato l’aspetto musicale e canoro della rappresentazione. Questa bella festa è stata anche l’occasione per salutare il pensionamento del dirigente scolastico della scuola, Anna Rosa Cavallo, giunta al termine del proprio percorso professionale (foto sotto). “Ringrazio questi meravigliosi bambini per una rappresentazione che conservero’ come un prezioso e gioioso momento di vita nel mio cuore – ha detto la Cavallo – parimenti sono grata all’intero corpo insegnante che con dedizione, professionalità e spirito di abnegazione ha saputo trasporre ciò che i bimbi hanno appreso sui banchi di scuola in questa splendida, quanto reale rappresentazione”. A conclusione dell’evento i bambini, tra gli applausi dei presenti e qualche immancabile lacrima di commozione, hanno lasciato volare in cielo decine di palloncini colorati sulle note liete della immancabile”scimmia” di Gabbani.
Valerio Pasquetti