Dopo il grave incidente di sabato 5 dicembre in via Angelo Maria Ricci, provocato da Federica Carapacchio, la dott.ssa De Santis, avvalendosi dei Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria e del personale del Comando Polizia Municipale di Rieti , avviava immediatamente approfondite indagini nel corso delle quali emergeva che:
la Carapacchio guidava senza patente, in quanto le era stata sospesa per la durata di un anno con decreto del Prefetto di Roma del luglio scorso (perché sorpresa alla guida sotto uso di stupefacenti ed alcol);
la Peugeot era sta prelevata dalla donna ad insaputa del proprio marito;
dai rilievi eseguita si appurava che la velocità con la quale l’auto era lanciata nel centro abitato arrivava a 130 km orari;
qualche mese addietro la Carapacchio a Roma, sul raccordo anulare, si era resa responsabile di un altro grave incidente stradale. Nell’occasione la stessa lanciandosi a forte velocità (pare con intenzione suicida) andava a scontrasi con 2 autovetture, causando lesioni agli occupanti.
I Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Rieti, su disposizione della dott.ssa De Santis estendevano le ricerche della Carapacchio, resasi irreperibile nella provincia reatina.
Si appurava così che la donna, lo stesso giorno del sinistro, dopo essersi repentinamente allontanata da Rieti, si era presentata all’Ospedale S.Eugenio di Roma dove era stata sottoposta a cure mediche in quanto gli erano state riscontrate lesioni varie al torace. Anche lì la donna rifiutava il ricovero e spariva nuovamente.
L’indagine dei Carabinieri infine si concentrava a Latina Scalo, ove la donna veniva localizzata in via Stella Alpina, presso l’abitazione di un locale pluripregiudicato.
I carabinieri della sezione di PG segnalavano la sua presenza ai colleghi della Compagnia Carabinieri di Latina che, prontamente, la rintracciavano.
Stante la gravità del fatto ed il pericolo di fuga, la Dott.ssa De Santis emetteva immediatamente un decreto di fermo di indiziato di delitto, contestandogli l’OMICIDIO VOLONTARIO.
Nel decreto si legge che la donna veniva sottoposta alla misura cautelare “poiché essendosi posta alla guida dell’autovettura, che aveva sottratto al legittimo proprietario, avendo la patente di guida sospesa, percorrendo via Ricci nel centro abitato ad una velocità di 130 km orari, superiore al più del doppio al limite massimo di velocità insistente sul tratto di strada in questione, versando in stato di alterazione psico fisica in conseguenza dell’uso di stupefacenti e di bevande alcoliche, cagionava il decesso di Sili Marco”.
Le motivazioni che giustificano l’accusa di omicidio volontario sono le seguenti: “la Carapacchio si è posta alla guida del veicolo e lo ha lanciato a folle velocità con l’intento di allontanarsi da Rieti in condizione di alterazione psicotica, accettando il rischio di attentare con la propria condotta all’altrui incolumità personale.
Quand’anche la stessa si fosse determinata ad agire confidando non già di riuscire ad evitare il verificarsi dell’evento rappresentato e temuto, ma unicamente nella speranza che tale evento non si sarebbe verificato, l’evento deve ritenersi ugualmente oggetto di accettazione quindi volizione da parte della stessa”.
Federica Carapacchio è attualmente detenuta alla casa circondariale di Rebibbia.