Fara in Sabina celebra la Festa della Donna al Museo Civico Archeologico della Sabina Tiberina

In occasione della Giornata Internazionale della Donna, il Museo Civico Archeologico della Sabina Tiberina di Fara in Sabina è lieto di presentare la mostra “L’insostenibile leggerezza dello sfiorire”: un’esposizione curata dall’Associazione Culturale “I fotografi ambulanti” e dedicata a sfatare uno dei miti più radicati e pericolosi della nostra società, cioè quello che collega acriticamente la bellezza con la gioventù. Infatti, le foto esposte tra le sale del museo rappresentano un messaggio coraggioso e importante perché infrangono il tabù sacro della società dell’immagine: ovvero, il rifiuto dell’invecchiamento e del cambiamento fisico. Questa iniziativa artistica, attraverso le immagini di Annarita Contu, Piero Fadda e Luca Corsetti, intende ribaltare semanticamente la parola “sfiorire”, svuotandola di tutte le accezioni negative attraverso un percorso di leggerezza. D’altronde, donne e fiori hanno un destino comune: profumare il mondo e sfiorire con classe. La mostra verrà inaugurata sabato 8 marzo e sarà visitabile fino a sabato 22 marzo.

Il Museo Civico Archeologico della Sabina Tiberina

Il Museo Civico Archeologico della Sabina Tiberina di Fara in Sabina, inaugurato nel 2001 nello storico Palazzo Brancaleoni (edificio di epoca rinascimentale situato nella piazza del Duomo), custodisce un patrimonio storico e artistico di inestimabile valore. Tra le sue mura, infatti, si celano segreti e misteri che affascinano visitatori di ogni età. Le sale espongono reperti archeologici principalmente provenienti dagli scavi condotti, a partire dagli anni ’70 del Novecento, nei due siti maggiormente significativi dell’evoluzione storica del territorio comunale e più in generale della Sabina Tiberina: l’insediamento dei Sabini sulla riva sinistra della media valle del Tevere con la fondazione di Cures, capitale storica della Sabina e la città di Eretum. Si tratta dunque di reperti, appartenenti a due insediamenti importanti più volte citati dagli scrittori romani per il ruolo che svolsero nella storia della fondazione di Roma e della civiltà romana, che raccontano di epoche passate, dei loro segreti e dei loro misteri: la peculiarità dei materiali del museo e il fatto che essi provengono da due scavi diversi per tipologia – uno di abitato (Cures) e l’altro di necropoli (Eretum) – ha consentito di ricostruire, nel raffronto tra “città dei vivi” e “città dei morti”, un ritratto della società sabina che, fino ai primi del ‘900, costituiva una sorta di “zona grigia” nel quadro delle culture dell’Italia antica.

Per informazioni e prenotazioni contattare l’Ufficio Turistico Comunale in piazza Duomo, 2: 0765/277321 (gio. ven. sab. dome e festivi), 380/2838920 (WhatsApp), visitafarainsabina@gmail.com