Di seguito la lettera che la famiglia Nucci ha inviato a Rietinvetrina per ringraziare il Pronto Soccorso dell’ospedale de Lellis di Rieti: “Un grazie è come il colore nero, sta bene su tutto. Sempre più spesso gli organi di stampa aprono con notizie di aggressioni ai danni del personale sanitario, soprattutto ai danni degli operatori dei Pronto Soccorso e delle ambulanze. Diamoci una calmata, non tutto ciò che può andarci storto è necessariamente colpa di qualcun’altro.
Chi vi scrive di certo non può essere definito persona silenziosa, accondiscendente e che bovinamente resta in balia degli eventi, no, proprio no. Abbiamo criticato e scritto a tutta la catena sanitaria quando per una Colonscopia ci hanno fatto penare per prenotarla in tempi ragionevoli;
– quando abbiamo visto ledere il sacrosanto diritto di ricevere dei farmaci dispensabili solo in regime ospedaliero;
– quando “il sistema”, sotto Covid, ci calpestava senza diritto di replica (PS non sono no Vax, anzi, crediamo nella scienza e tutti i membri della mia famiglia hanno fatto tutti i vaccini) negandoci le più basilari spiegazioni.
Ma adesso no. Adesso è tempo di lodare, perché quando si è in difficoltà e al Pronto Soccorso si trovano professionalità, cortesia e umanità, sì, è giusto riconoscere i meriti: 27 e 28 dicembre 2024, Pronto soccorso dell’Ospedale de Lellis di Rieti. Era una giornata dove i sanitari stavano trattando fino a 45 pazienti contemporaneamente (di questi, ben 5 erano codici rossi), eppure, in mezzo a quel marasma, a quel caos organizzato, hanno compreso subito la nostra situazione:
– ci hanno accolto, come ogni persona in difficoltà sogna di essere accolto;
– ci hanno informato, passo-passo, su ogni azione e/o decisione che stavano prendendo;
– ci hanno incoraggiato, come fossero stati nostri amici;
– ci hanno dato una diagnosi, ESATTA, segno di grande competenza;
– ci hanno dato le prime cure,
ma, soprattutto, ci hanno trattato con umanità. Certo, professionali, ci mancherebbe altro, ma con grandissima umanità. Quella umanità che dovrebbe contraddistinguere tutto il personale sanitario (e non solo, mi viene da dire), l’abbiamo trovata nel Primario Dottor Walter Roscetti, nel Dottor Roberto De Berardinis, nel Dottor Giuliano Sanesi, in Alberto Tomassetti, infermiere del triage, e poi negli infermieri Andrea, Laura, Flavia, Anna, Michela e molti altri di cui, perdonateci, non ricordiamo il nome, tutte persone speciali che avranno sempre la gratitudine e la stima della nostra famiglia.
P.S. se proprio dobbiamo fare un appunto, lo dedichiamo al Presidente Meloni, al Presidente Rocca, a tutti i dirigenti del settore (nazionale e regionale) e, perché no, al Presidente Mattarella, garante della Costituzione: aumentate gli organici. Non è possibile che settori così delicati si reggano sulla pelle di sanitari che, spesso anche precari, per mero senso di responsabilità ogni giorno danno anima e corpo per lenire le sofferenze dei pazienti, per poi essere ricompensati con ingiurie e botte. Vedete cari Presidenti, universalità, uguaglianza ed equità sono stati i principi fondamentali su cui si basava il Servizio Sanitario Nazionale dalla sua istituzione nel 1978. Parole, bellissime parole che, ahimè, mal si conciliano con la riforma voluta nel 1992 dal Governo Amato e dal suo Ministro Di Lorenzo (famoso non per questo, ma per altri… “motivi”) quando nascono le Aziende Sanitarie. I nuovi principi fondanti del Servizio Sanitario sembrerebbero essere diventati l’aziendalizzazione e l’orientamento ai mercati. Qualcuno direbbe “non più un carrozzone mangia soldi dedito alla cura dei pazienti ad ogni costo, ma una efficiente azienda che deve chiudere in pareggio (in attivo è meglio), preoccupandosi di “tagliare” i rami secchi (leggasi: tagli ai posti letto, declassificazione degli ospedali, riduzione di medici e infermieri, ecc.)”.
La sanità è un diritto, fate in modo che resti tale indipendentemente dai conti, prendete esempio da quei medici, quegli infermieri, quegli OSS, quegli addetti ai servizi che ogni giorno si fanno il c… dentro i Pronto Soccorso, per far sì che la sanità resti un diritto”. Cordialmente Nucci’s Family