FAI: “Pubblicati i risultati finali del 10° censimento I luoghi del cuore”

È online la classifica dei Luoghi del cuore più votati del Lazio, visionabile sul sito www.iluoghidelcuore.it: è possibile filtrare le classifiche anche per Provincia, Comune o tipologia di luogo.

Questi, alcuni dei più bei luoghi votati:
Parco e Casale della Cervelletta, Roma: si tratta di un complesso fortificato, arroccato su una rupe tufacea all’interno della Riserva Naturale della Valle dell’Aniene, emerge con l’alta torre del XII secolo circondata da massicci corpi di fabbrica. La tenuta della Cervelletta era un vasto fondo medievale, acquistato nel 1628 dal Cardinale Scipione Borghese, che lo trasformò in elegante residenza di campagna. Nel 1835 la proprietà passò alla famiglia Salviati, che procedette alla bonifica del territorio circostante. Oggi di proprietà del Comune di Roma, il casale era da tempo chiuso a causa di possibili crolli. Il comitato “Salviamo il Casale Storico della Cervelletta”, che aveva già raccolto voti nel 2018, è tornato a mobilitarsi dopo gli importanti effetti virtuosi prodotti proprio dalla partecipazione alla nona edizione del censimento del FAI: lo scorso autunno, infatti, il Comune ha avviato la messa in sicurezza della torre, a cui dovrebbero seguire altri interventi per cominciare a permettere nuovamente la fruibilità del luogo.

Forte Aurelia, Roma: il Forte Aurelia, la cui progettazione e costruzione furono avviate nel 1877, è uno tra i 15 forti e le 4 batterie che costituiscono la cosiddetta cinta del “Campo Trincerato di Roma”, anello che si sviluppa per circa 37 km, posto a una distanza di circa 4 km dalla cinta delle Mura Aureliane. Fu realizzato per dotare la nuova Capitale d’Italia di un più adeguato sistema difensivo. Ha cambiato più volte destinazione d’uso e nel 1944 diventò punto di soccorso della Croce Rossa Italiana. La raccolta voti è stata promossa dalla Guardia di Finanza (che oggi ha una sede operativa nel Forte) con l’obiettivo di portare a conoscenza della cittadinanza un’infrastruttura di rilevanza storica, sulla quale è in atto un articolato progetto di recupero e valorizzazione da parte del Corpo. L’inserimento del Forte nel censimento “I Luoghi del Cuore” 2020 porta inoltre con sé l’auspicio che anche gli enti gestori degli altri forti di Roma seguano l’esempio, al fine di promuovere la nascita e la valorizzazione di un vero e proprio “sistema dei forti”.

Paese di Civita di Bagnoregio (VT): Civita, frazione del Comune di Bagnoregio, venne fondata dagli Etruschi 2.500 anni fa e divenne un fiorente centro commerciale per via della sua posizione strategica tra il Tevere e il Lago di Bolsena. Luogo di grande fascino grazie anche ai molti edifici medievali che vi si trovano, rischia oggi di scomparire a causa dell’inarrestabile erosione della collina e della vallata circostante, che ha dato origine a un paesaggio suggestivo caratterizzato dai calanchi. Detta “La città che muore”, è abitata da una decina di persone ed è raggiungibile soltanto attraverso un ponte pedonale costruito nel 1965. Il comitato “Civita nel cuore”, che si è impegnato a farla votare, chiede il restauro di diverse aree del borgo e la creazione di un sistema di cartellonistica utile a guidare i visitatori.

Monastero delle Clarisse e Chiesa di Santa Chiara, Sezze (LT): il Monastero delle Clarisse e la Chiesa di Santa Chiara di Sezze fanno parte di un grande complesso esteso per migliaia di metri quadrati, costruito, secondo le fonti, nel 1556 su un preesistente cenobio trecentesco e successivamente più volte rimaneggiato e ampliato, ma oggi in avanzato stato di degrado per mancanza di interventi di manutenzione. Interessante la piccola chiesa manierista, con decorazioni a stucco. Il comitato “Valore Paese Sezze”, nato nel 2018 con l’obiettivo di tutelare e promuovere la bellezza dei Monti Lepini, chiede il restauro di questo luogo-simbolo per il quale si è impegnato a raccogliere voti.

Chiesa dell’Istituto Gregorio Antonelli, Terracina (LT): la chiesa dell’Istituto Gregorio Antonelli di Terracina, attestata già nel Settecento, fa parte dal 1887 dell’orfanotrofio – oggi Casa Famiglia – fondato in quell’anno dal conte Agostino Antonelli in memoria del padre Gregorio e da allora affidato alla Congregazione delle Suore della Carità “per provvedere gratuitamente al ricovero, mantenimento, educazione morale e fisica e alla istruzione delle fanciulle orfane terracinesi delle più umili condizioni”. L’edificio di culto, legato alla devozione popolare per un’immagine settecentesca del Salvatore in veste di Gesù Bambino e molto caro ai terracinesi, venne ampliato e decorato nel 1913. La chiesa mostra problemi di umidità di risalita ed è stata votata per chiedere un intervento conservativo.

Ospedale Vecchio e Chiesa di Sant’Antonio Abate, Rieti: l’edificio, costruito nel 1337 dai Padri Antoniani per la cura e l’accoglienza dei forestieri, ha più volte cambiato ordine religioso fino al 1972, anno della sua chiusura. Una parte del grande complesso, che si estende per circa 5.000 metri quadrati, fu poi adibita a scuola, fino all’abbandono definitivo a seguito del terremoto del 1997. Negli anni Settanta la chiesa, opera del grande architetto Jacopo Barozzi da Vignola (1507-73), divenne magazzino comunale, prima di essere vandalizzata e depredata; oggi solo un piccolo ambiente è in uso alla Croce Rossa. Sia l’Ospedale Vecchio che la Chiesa di Sant’Antonio Abate non sono più visitabili da decenni. Il comitato “Ospedale Vecchio e Chiesa di Sant’Antonio Abate” ne auspica il recupero e la trasformazione in spazio polifunzionale, anche per contribuire a rivitalizzare il centro storico di Rieti. Il luogo rientra nella classifica speciale dei “Luoghi storici della salute”.

Chiesa di Santa Maria Addolorata o dei Cappuccini, Guarcino (FR): la chiesa venne costruita nella prima metà dell’Ottocento dai Padri Cappuccini. Ora appartiene al Fondo Edifici Culto, sotto la Parrocchia di San Michele Arcangelo e annessa al Convento delle Suore Agostiniane (ex Convento dei Cappuccini). All’interno è possibile osservare il rivestimento in legno di ciliegio e noce scolpito dai Cappuccini, il cui stemma è visibile in diversi punti della chiesa e della sacrestia. Sono inoltre da rilevare alcune tele di buona scuola ottocentesca. La chiesa è officiata regolarmente ed è un punto di riferimento per la popolazione, ma necessita di urgenti interventi di restauro, soprattutto nella facciata e controfacciata. Il luogo rientra nella classifica speciale “Italia sopra i 600 metri”.