Sul tema della futura destinazione ed utilizzazione delle aree ex industriali dimesse non è più consentito alcun rinvio, ed il Consiglio Comunale ha, mai come stavolta, il dovere di discuterne e di dare l’indirizzo definitivo, politico e funzionale, ad una annosa problematica, finalmente con i relativi benefici per l’intera comunità.
Al riguardo, è opportuno ricordare che le non scelte prolungatisi per molto tempo hanno privato Rieti dei più elementari standard di modernizzazione (università e spazio per giovani tra questi obiettivi).
L’attività del Gruppo di Lavoro, di cui facevo parte, è stata, del resto, costante, delicata ed ha portato ad una possibile e credibile indicazione, attraverso un capillare “monitoraggio” degli attori pubblici e privati (leggasi principalmente le proprietà) e l’individuazione, pressoché unanime, di alcune funzionalità da integrare nel progetto strutturale. Ad esempio la localizzazione del sistema universitario, uno spazio auditorium per spettacoli ed attività culturali, un Centro congressi con struttura ricettiva, un sistema fieristico-commerciale legato alla valorizzazione delle attività produttive locali, una casa di riposo per anziani, un polo didattico, sedi istituzionali, housing sociale, etc.
Personalmente è motivo d’orgoglio aver fatto parte di questo Gruppo di Lavoro, consapevole della delicatezza e della complessità della materia che è stata trattata. Una ulteriore molla è stata, ed è, nell’eventuale ed auspicato passaggio alla fase esecutiva l’aspetto di poter mettere in moto una effervescenza occupazionale di cui la città, mai come in questi momenti, sente il bisogno, e realizzare così il vero grande snodo della città, vitale e funzionale, proprio in quella particolare zona.
L’eventuale entrata a regime della fase esecutiva prevede oneri di urbanizzazione per circa 10 milioni di euro, almeno 250 unità lavorative in sede di esecuzione, enorme ricaduta sull’indotto locale (ditte artigianali ed attività commerciali in genere), almeno 350 unità lavorative a regime, un costo di costruzione stimato in circa 150/175 milioni di euro, un valore finale di intervento di circa 300/350 milioni di euro ed una durata di almeno dieci anni per quanto riguarda l’intero processo edilizio.
Questi sono dati elaborati in maniera ponderata, con proiezioni reali, che non lasciano dubbi sulla bontà e sulla positività circa l’intervento da realizzare.
A monte di qualsiasi tipo di intervento e decisione, dovrà essere realizzata la totale, radicale bonifica delle predette aree, di tipo non industriale ma residenziale a garanzia di tutta la cittadinanza.
Sono, quindi, convinto che questa impegnativa opera di recupero, sempre nel totale assoluto rispetto delle norme e dei principi a tutela del territorio e dell’ambiente, sia una grande e forse unica opportunità per risollevare il Reatino da un atavico torpore, conferendogli, in proiezione futura, un assetto urbanistico più moderno, funzionale ed attuale, oltre che rispondente alle esigenze di tutta la cittadinanza.
Auspico, di conseguenza, che il Consiglio Comunale possa esaminare la questione con profondo senso civico e di responsabilità, restituendo alla politica una positiva capacità decisionale, che accantoni dopo lunghi anni la fase del confronto dialettico per approdare ad una scelta chiara e definitiva, supportata da quella dose di coraggio di cui parlavo non casualmente all’inizio, ed ancora più indispensabile per i momenti cruciali dello sviluppo del nostro territorio.