Nel vedere i danni arrecati dall’esondazione di stamane del fosso Corese, nel territorio di Fara in Sabina, lo scoramento che ci pervade per un fatto ampiamente annunciato, è davvero incommensurabile.
Già nel lontano 2001, come Protezione Civile di Rieti rimarcammo, dopo l’ennesimo nubifragio e per l’ennesima volta, attraverso un documento indirizzato alle Amministrazioni locali competenti, il concetto della necessità di prevenzione, attraverso la periodica manutenzione dell’alveo del Fosso Corese. Citazione testuale:
“… nel ribadire l’assoluta necessità ed urgenza, si rivolge la preghiera di voler disporre tempestivamente tutti gli atti e le misure utili per la messa in sicurezza del fosso Corese, non più procrastinabili poiché connessi ad esigenze di tutela del territorio e prevenzione di fenomeni di dissesto idrogeologico, peraltro a grave danno dei cittadini e delle attività economiche". Notiamo con grande dispiacere che il nostro appello è rimasto inascoltato.
E’ stato richiesto alla Regione lo stato di calamità naturale per i danni provocati. Ci auguriamo che vi sia un’inchiesta approfondita sulle cause, e soprattutto sulle responsabilità delle omissioni e dei colpevoli ritardi nella messa in sicurezza e che hanno provocato il disastro che è sotto gli occhi di tutti. Disastro che graverà, una volta di più, sulle tasche dei cittadini contribuenti.