Eseguiti al de' Lellis tre interventi di alta complessità cardiovascolare 

Avviata al de’ Lellis l’integrazione tra la Unità Operativa Complessa di Cardiologia – Emodinamica,  diretta dal dottor Serafino Orazi e la Chirurgia Vascolare diretta dal dottor Massimo Ruggeri.
Da oggi,  presso l’Ospedale di Rieti, si potranno affrontare le patologie combinate di cuore e grandi vasi con un accurato Piano strategico e con l’uso  competente delle alte tecnologie a disposizione. Grazie a tale integrazione,  si sono già ottenuti riscontri positivi.  Nei giorni scorsi,  le due Strutture,   hanno eseguito tre interventi di alta complessità cardiovascolare: Due interventi combinati su arterie coronariche e carotidi in 2 pazienti di 65 e 70 anni affetti da patologia coronarica e stenosi carotidea,  risolvendo le  problematiche mediante  angiografie  e posizionamento di stents. Ed un intervento,  con tecniche di angioplastica, su una paziente di 75 anni  affetta da patologia coronarica ed ostruzione arteriosa degli arti inferiori.
I tre pazienti,  ricoverati  nel reparto di Week Surgery, di recente attivazione,  sono stati dimessi dopo soli due giorni di degenza,  in ottime condizioni di salute. I responsabili delle due Strutture  Orazi e Ruggeri,  hanno fortemente puntato sulla  condivisone di competenze tra le Equipe di Cardiologia-Emodinamica e Chirurgia Vascolare ed il lavoro è stato premiato dai risultati ottenuti.
“Con l’introduzione della chirurgia interdisciplinare, e l’utilizzo di tecniche operatorie innovative, per l’ospedale reatino si prospettano ulteriori avanzamenti –spiega il direttore generale della Asl di Rieti Laura Figorilli –  Sempre di più il chirurgo interagisce anche con altri specialisti: in sala operatoria non sarà più solo ma affiancato dai colleghi di altre specialità per sviluppare un intervento operatorio integrato, nell’interesse del paziente e della risoluzione del suo caso clinico. In questo senso l’Azienda intende ulteriormente sviluppare gli aspetti di integrazione interdisciplinare e multi professionale, attraverso la condivisione di competenze clinico-assistenziali e la costruzione di percorsi clinico-organizzativi definiti”.