“Domani -ricorda il segretario generale della Cisl di Rieti Bruno Pescetelli- i dipendenti reatini della Cariri e della Carisap incroceranno le braccia contro la paventata chiusura delle attività di Back office, tesoreria e cassa centrale e il trasferimento delle stesse in quel di Spoleto.
Quanto stabilito da Intesa Sanpaolo, se attuato, non solo comporterà un maggior costo per le suddette attività, viste le trasferte che verranno attuate dai dipendenti in mobilità, ma soprattutto un depauperamento di risorse e personale per l’intera provincia di Rieti e di Ascoli”.
“E questo –continua Pescetelli- accade mentre Intesa presenta ai sindacati del gruppo, nell’ambito delle trattative sull’occupazione e la stabilizzazione dei precari, una proposta con nuovi posti di lavoro per giovani del sud con retribuzioni più basse del 20 per cento e un trattamento normativo più leggero, all’interno di un progetto più ampio che vede la realizzazione di specifiche infrastrutture dedicate, guarda caso, proprio alle attività di back office, le stesse che in provincia di Rieti e di Ascoli, Intesa sta tentando di chiudere. In sostanza –continua Pescetelli- da un lato il gruppo tende ad assumere a costi minori e dall’altro, paradossalmente, con l’intento di chiudere dei servizi importanti per il territorio reatino e ascolano, preferisce pagare un maggior costo trasferendo i dipendenti di Rieti in umbria”.
“Una notizia questa –spiega Pescetelli- che se confermata, acutizzerebbe ancor di più quanto sta accadendo nella nostra provincia, in barba alla cosiddetta banca del territorio sbandierata con tanta enfasi e in più occasioni”.
“Una contraddizione in termini, quella evidenziata da questa nuova manovra dei vertici nazionali di Intesa che non può non essere osteggiata dalla Cisl, soprattutto per il rispetto che si deve ai dipendenti tutti, costretti alla mobilità verso Spoleto”.